Torna la calma nel settore bancario europeo. Presto per proclamare lo scampato pericolo ma il cambio di umore rispetto ad appena quattro giorni fa è notevole. In particolare Deutsche Bank ha quasi completamente recuperato i pesanti cali della scorsa settimana. Diversi analisti hanno ritenuto ingiustificate le forti vendite sul titolo della banca tedesca di venerdì scorso. “Deutsche Bank non è l’anello debole nel panorama bancario europeo”, hanno affermato gli analisti di Kepler Cheuvreux sottolineando la solidità dei fondamentali della banca. A difesa di Deutsche Bank si stanno muovendo anche le autorità di vigilanza europee che hanno messo sotto la lente un’operazione sui credit default swap (prodotti che servono per assicurarsi contro il fallimento di un entità di cui si possiedono azioni o obbligazioni, ndr) che potrebbe aver scatenato il crollo di venerdì (- 8,6%). Si tratterebbe di una speculazione da 5 milioni di euro sul debito junior del gruppo tedesco, ovvero obbligazioni con bassa priorità nei rimborsi. Non è chiaro chi ha piazzato questa operazione e per quale ragione l’abbia fatta. Alcuni dati, riferisce una fonte, lascerebbero intendere che possa essere stata compiuta anche per ragioni di copertura. Ma c’è anche un’altra operazione sui cds sul debito senior a cinque anni di Deutsche Bank, eseguita giovedì, che ha attirato lo scrutinio delle autorità di vigilanza.

I regolatori avrebbero discusso l’operazione con alcuni operatori del mercato, avvenuta su mercati poco liquidi, dove anche una sola puntata può generare forti movimenti. La scarsa trasparenza del mercato dei cds è stata sottolineata anche dal capo della supervisione bancaria della Banca centrale europea, Andrea Enria, che ha chiesto ai regolatori finanziari di intensificare la loro vigilanza. “Ci sono mercati come quelli dei Cds single name che sono molto opachi, molto superficiali, molto illiquidi”, ha detto Enria. “Con pochi milioni si possono muovere gli spread dei cds” di una grande banca “e contagiare anche i prezzi delle azioni e forse anche i deflussi di depositi”. Da sempre peraltro i Cds sono usati a scopi speculativi e usati da investitori al ribasso per affossare aziende e stati. I cds ebbero un ruolo significativo anche per mettere in ginocchio Lehman Brothers o la Grecia nel 2012. Curioso che le autorità si accorgano solo ora del problema, ma questo è.

Oggi è una buona giornata anche per la svizzera Ubs, reduce dall’acquisizione a prezzo di saldo della concorrente Credit Suisse, operazione garantita con soldi pubblici in caso di brutte sorprese. Il titolo sale del 2% circa dopo che è stato annunciato il ritorno alla guida del gruppo di Sergio Ermotti, già amministratore delegato di Ubs dal 2011 al 2020 e oggi presidente di Swiss Re. Ermotti, nato a Lugano nel 1960, ricoprirà il ruolo di a.d. e presidente a partire dal prossimo 5 aprile. L’attuale ceo di Ubs Ralph Hamers rimarrà nella banca per un periodo di transizione. Ermotti ha affermato che “lavorerà molto duramente” per evitare “conseguenze negative” per i contribuenti svizzeri e si è detto “onorato” del nuovo incarico, specificando che rimarrà alla guida di Ubs finché la banca lo vorrà “finché il lavoro sarà ultimato”.

Il presidente di Ubs Colm Kelleher ha sottolineato che “non è una soluzione svizzera, è una soluzione globale” ed Ermotti è stato scelto perché “Sergio ha una grande esperienza in questo”. Il banchiere è stato ritenuto più adatto a portare avanti l’integrazione perché ha una passato di banchiere d’affari che Hamers non ha, ha proseguito Kelleher: “è il migliore pilota per questo volo”. Il presidente di Ubs rimarca come il compito di integrare Credit Suisse sia il più grande di qualsiasi operazione effettuata all’apice della crisi finanziaria del 2008. Riguardo agli esuberi in vista, i vertici di Ubs hanno solo indicato che daranno chiarimenti sui tagli appena possibile L’integrazione presenta notevoli rischi di esecuzione e Ubs non vuole importare “cattiva cultura” dal Credit Suisse, che era principalmente nella banca d’investimento e nelle funzioni di controllo. La banca è tuttavia interessata a mantenere i talenti della banca d’investimento, ha aggiunto Kelleher.

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