Per la prima volta a Milano i giornalisti protestano in pubblico contro il decreto-bavaglio dell’ex ministra della Giustizia Marta Cartabia, che con il pretesto della presunzione d’innocenza ha vietato ai magistrati e alle forze dell’ordine di parlare con la stampa, affidando soltanto al procuratore capo il compito di autorizzare comunicati e conferenze stampa in base all'”interesse pubblico” delle notizie. Di fronte al Palazzo di giustizia i cronisti lombardi di nera e giudiziaria si sono alternati al microfono, portando testimonianze concrete di un mestiere che in molti casi sta diventando impossibile. Per Cesare Giuzzi del Corriere “il rischio è che i lettori conoscano solo notizie selezionate dalle fonti, cioè dai procuratori, invece che dai giornalisti. Abbiamo assistito più volte a censure di notizie scomode e valutazioni del tutto sbagliate della rilevanza pubblica di un avvenimento”. E incalza: “Siamo tutti d’accordo, avvocati compresi, che questa legge è un bavaglio e va modificata. A stare in silenzio è solo la politica, il decreto è stato approvato quasi all’unanimità”.

“È il delitto perfetto, perché sta bene a tutti”, riassume Massimo Pisa di Repubblica. L’obiettivo finale dev’essere la dichiarazione d’incostituzionalità: l’articolo 21 è lì per difendere ciò che resta dell’informazione e della democrazia in questo Paese”. Presenti anche i rappresentanti dell’Ordine e del sindacato, che portano avanti la battaglia a livello istituzionale: “Sono norme che vanno cancellate o almeno modificate profondamente”, dice il presidente dell’Odg lombardo Riccardo Sorrentino. “Chiediamo di ripensare la legge, perché così ha dei grossi problemi. E il rischio è che non esistano più il diritto di cronaca e il diritto dei cittadini a essere informati”, avverte il presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti, Paolo Perucchini.

Articolo Precedente

Treviso, in Appello pena dimezzata per la bomba davanti alla sede della Lega: 14 anni e 10 mesi all’anarchico Sorroche

next
Articolo Successivo

Citrobacter in pediatria a Verona: chiuse le indagini, sette indagati. Morirono quattro neonati e nove rimasero disabili

next