Bayonetta, la combattiva strega di Umbra, smette i suoi panni di seducente pistolera e ritorna bambina, in un prequel dai toni più fiabeschi ma con un gameplay tutt’altro che scontato.

La storia vede una giovanissima Cereza, emarginata dalla comunità delle streghe perché i genitori, appartenenti a clan diversi si innamorarono, atto proibito dalle loro rispettive casate di provenienza. Cereza dunque viene “adottata” da Morgana, un altra esule, che le insegna i primi rudimenti della magia con cui la protagonista , ancora lontana dall’essere la potentissima Bayonetta, intende liberare la madre; una notte in un sogno, una strana voce la invita ad entrare nella foresta di Avalon, a lei proibita, e di seguire un misterioso lupo bianco, ed è qui che inizia l’avventura della piccola strega di Umbra.

Gameplay e comparto tecnico – Una strega “diversa”
Dopo un introduzione narrata come in una fiaba, compresa di libro illustrato, il giocatore potrà prendere i comandi della giovane strega che, addentratosi nella foresta di Avalon, tenterà di evocare un demone per potersi difendere, demone che rimarrà però legato a Cheshire, il gatto di pezza della piccola protagonista, dando vita cosi a tutte le meccaniche presenti nel gioco.

Tenendo fede alla tradizione della saga a cui appartiene, The Lost Demon mantiene una componente action e ne guadagna una esplorativa, il tutto mescolato sapientemente dalla deliziosa grafica in cel-shading che dona al titolo uno stile unico, mantenendo per altro i frame rate solidi e senza nessun tipo di rallentamento, cosa che purtroppo succedeva in Bayonetta 3.

Il giocatore si ritroverà a guidare contemporaneamente Cereza e Cheshire, con l’utilizzo delle due leve analogiche e dei due tasti dorsali, permettendo in questo modo ai due protagonisti di aiutarsi a vicenda, arrivando in posti altrimenti inaccessibili singolarmente; abbiamo poi il sistema di combattimento, che vede il demone compiere combo di attacco di una certa varietà, anche grazie a speciali poteri elementali acquisiti durante l’avventura.

La piccola strega invece potrà solo immobilizzare i nemici con una magia dei rovi, ma la combinazione delle abilità di entrambi permetterà al giocatore diversi tipi di approcci combattivi, risultando divertente e mai noioso; allo stesso modo per proseguire nell’esplorazione di Avalon, i due dovranno collaborare mettendo in sintonia le rispettive abilità, per attraversare zone particolarmente pericolose o inaccessibili.

Musiche e narrazione – Migliore dell’originale
Se dopo alcuni semplici enigmi risolti, The Lost Demon può sembrare facile e fin troppo tranquillo, è con il crescere della storia che la narrazione prende completamente il controllo del gioco e del giocatore stesso, completamente rapito da questa fiaba surreale dove non solo gli enigmi tenderanno via via a farsi più complessi ma anche i combattimenti non si faranno mancare, soprattutto nella parte finale del gioco, quasi a voler ricordare quale sono le origini della saga; se narrazione e grafica sono come abbiamo visto, gli elementi che saltano subito all’occhio, una menzione d’onore va alle musiche del gioco davvero splendide e perfettamente implementate nella storia del gioco, regalando momenti davvero unici al giocatore.

Se dovessimo trovare una pecca in questo titolo decisamente diverso dal solito, potrebbe essere la longevità, che si attesta sulle sette ore, ma che raddoppiano se si intende raccogliere ogni extra e collezionabile presente nella foresta di Avalon.

Bayonetta Origins dunque è un titolo che sorprende e conquista, discostandosi dai capitoli principali della saga ma riuscendo con il suo carisma a ritagliarsi un posto nel cuore degli affezionati cosi come di chi cerca un gioco diverso, e che troverà in The lost Demon un ottima alternativa ai giochi di azione, con una poesia e un estetica che non si vedevano da molto tempo.

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