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Claudia Gerini: “Ho sofferto quando Paolo Sorrentino prese Cécil de France e non me. Mi considero una femme fatale posso fare l’operaia ma non un ruolo sexy?”

di F. Q.

“Posso fare l’operaia ma non un ruolo sexy? Io mi considero una femme fatale, non è che lo faccio: ci sono nata!”. Parola di Claudia Gerini che, dalle pagine del Corriere della Sera, si racconta a cuore aperto, tirando le somme della sua vita privata e professionale. “Non posso guardare con seduzione un uomo, non posso mettere una calza velata se ho ancora un bel fisico?“, rivendica l’attrice sottolineando che si ritiene “una delle poche attrici che si mette in gioco. Recito, ballo, canto, faccio teatro, cambio genere. Non mi incasello. A volte mi sento showgirl prima che attrice”. Quindi, con grande sincerità e schiettezza, Claudia parla anche delle sconfitte professionali e dei provini che – anche di recente – non ha superato: “Tanti colleghi non li vogliono fare: sono tal dei tali, come ti permetti di chiedermi un provino? Per me, invece, ti allungano la vita, ti costringono a rimescolare le carte. È un esercizio di umiltà. La sconfitta non esiste in questo mestiere ma certo che ho sofferto quando Paolo Sorrentino in The Young Pope prese Cécil de France e non me. In Questione di cuore Francesca Archibugi ha scelto Micaela Ramazzotti. Io sono troppo volitiva, e serviva quel tipo di fragilità, una donna un po’ inconsapevole. Giusto così. Io non ragiono con l’ego. Per il provino di Nine andai a New York, a Broadway ho cantato e ballato, mi dissero cose belle ma per quel ruolo presero Marion Cotillard. Ma penso che c’è sempre qualcos’altro”.

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