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Codice appalti, la Lega snobba l’Anac: “Può dormire fra due guanciali, non ci sono ombre”

Di fronte alle critiche dell’Anac per la formulazione del nuovo Codice degli appalti, la Lega reagisce in maniera scomposta. Un vero e proprio attacco al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione da parte del leader Matteo Salvini, che si è autointestato la riformulazione, e di altri esponenti del Carroccio che sostanzialmente lo snobbano. “Il presidente dell’Anac Busia può dormire fra due guanciali. Con il Codice Salvini tagliamo sprechi e burocrazia, riapriamo i cantieri, creiamo più lavoro e facciamo ripartire il Paese”, ha tuonato Gianpiero Zinzi, capogruppo leghista in commissione Ambiente della Camera.

L’affidamento diretto dei lavori sotto la soglia dei 150.000 euro, giudicato un “via libera” a “cugini” e “votanti” da Busia, era “già previsto dalla prima bozza del Codice dei contratti pubblici presentata dal Consiglio di Stato”, è il ragionamento di Zinzi. “Misura, tra l’altro, perfettamente in linea rispetto alle modifiche introdotte con il dl Semplificazioni”, ha aggiunto il deputato leghista. A far l’eco dal Senato è Tilde Minasi, capogruppo leghista nella commissione Ambiente di Palazzo Madama: “Tranquillizzo il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, che sugli appalti minori non c’è alcuna ‘ombra’ e men che meno favoritismi nei confronti di presunti cugini o elettori”. Il “codice Salvini”, come lo ha ribattezzato la lega, “vuol dire opere e servizi con appalti più rapidi, meno burocrazia per le imprese e per i piccoli comuni, tutto nella massima trasparenza e legalità”, ha aggiunto Minasi sostenendo le stesse motivazioni di Zinzi.

E che il via libera degli appalti più piccoli in forma di affidamento diretto, quindi senza gara, e con procedura negoziata fino tra 150mila e 500mila euro sia una scelta del leader leghista e ministro delle Infrastrutture lo sostiene lui stesso. Salvini si è subito scagliato contro le accuse, definendo “parole gravissime” le critiche di Busia e attaccando anche la Cgil che sciopererà l’1 aprile insieme alla Uil. “In uno Stato di diritto tutti siamo innocenti, fino a prova contraria e fino al terzo grado di giudizio. Non ci sono colpevoli presunti”, ha detto. Quindi è arrivato a rivendicare l’apertura a indagati e imputati: “Io ho faticato per inserire in questo Codice che imprese e professionisti possano partecipare ad un bando pubblico. Nella stesura originaria secondo il criterio di qualcuno, il semplice avviso di garanzia, o il semplice rinvio a giudizio, prevedevano l’esclusione dalla competizione industriale”, ha detto parlando di “sistema sovietico”.