Migliaia di imprese stanno ancora aspettando i ristori per gli extra costi sostenuti nella seconda metà del 2021. Il fondo per le compensazioni, infatti, è (quasi) completamente fermo. A bloccare l’erogazione delle risorse è la burocrazia, che si profila come l’ostacolo più rilevante nel percorso della “messa a terra” degli investimenti previsti dal Pnrr. Senza considerare gli interventi del Piano, al momento risultano inevase 11mila domande a causa delle complesse procedure autorizzative richieste dal ministero responsabile della distribuzione delle risorse, quello delle Infrastrutture ora guidato da Matteo Salvini e fino allo scorso autunno da Enrico Giovannini.
Inoltre, non sono stati ancora pagati gli stati di avanzamento lavori del secondo semestre 2021, un ritardo che comporterà “l’inevitabile sospensione dei lavori da parte delle imprese”, come ha denunciato l’Associazione dei comuni (Anci) durante l’audizione di inizio marzo al Senato sulla legge di conversione del decreto Pnrr (dl 13/2023). Il motivo, stando alla versione del mit, è un ricorso presentato dall’Ance, sigla che riunisce i costruttori edili, che contesta i criteri seguiti dal ministero per determinare i rincari dei materiali. Un paradosso: i soldi, infatti, ci sono, ma non vengono messi nelle disponibilità dei soggetti attuatori, in primis città e comuni, in attesa della decisione della magistratura.
Il pasticcio, però, sta mettendo alle corde numerose imprese, già fiaccate dagli aumenti dei costi di energia e materie prime e da 19 miliardi di crediti fiscali, relativi ai bonus edilizi, incagliati. E rischia di far deragliare il convoglio del Pnrr, già in pericoloso ritardo sulla tabella di marcia fissata con l’Unione europea. A fare i calcoli di quanto sia grave la situazione per le aziende è stata l’Ance, sempre durante l’audizione per la conversione del decreto Pnrr, criticato per il mancato intervento sulla questione del caro materiali. Le stazioni appaltanti hanno fatto richiesta, nei termini previsti, per 1,4 miliardi di euro. Pratiche che il Mit non riesce ad evadere, con il risultato che finora meno del 5% dei fondi è arrivato alle imprese. Le “misure” approvate fino ad oggi, denuncia l’Ance, “sono rimaste in gran parte sulla carta e hanno tempi di attuazione troppo lunghi rispetto all’emergenza. La situazione sta diventando insostenibile e occorre un intervento urgente per sbloccare i pagamenti alle imprese”.
La conferma arriva dai numeri: il Mit ha erogato solo il 13% degli stanziamenti relativi al secondo semestre 2021, appena il 2% di quelli per il periodo gennaio-luglio 2022, mentre per i fondi degli ultimi cinque mesi dell’anno scorso l’istruttoria è appena iniziata. “Con questo ritmo, le imprese aspetteranno ancora anni prima di essere ristorate”, si legge nella relazione dell’Ance, “con tutto ciò che ne consegue sul rischio di un imminente blocco delle opere in esecuzione”. Come detto, le domande al Mit per le opere non prioritarie, che non rientrano nel perimetro del Pnrr, ancora da istruire sono circa 11mila. Dal momento che le richieste sono inferiori al plafond, Ance ha proposto che il ministero possa anticipare alle stazioni appaltanti una parte dei fondi richiesti nel 2022, e non ancora erogati, per il caro materiali. Oltre a questo, l’associazione dei costruttori chiede di consentire alle imprese che hanno avuto accesso agli stanziamenti nel 2022, di potervi accedere anche per quest’anno.
Ma a frenare la realizzazione dei lavori, c’è anche la ritrosia di banche e assicurazioni a rilasciare alla imprese le garanzie necessarie alla partecipazione alle gare d’appalto e ad erogare l’anticipazione contrattuale. Un problema molto rilevante che rende la strada per l’attuazione del Pnrr più in salita di quanto già non sia. Basti pensare che soltanto Rete ferroviaria italiana, tra le gare bandite nel 2022 e quelle in programma per quest’anno, affiderà circa 30 miliardi di euro di lavori nei prossimi mesi, molti dei quali compresi nel Piano. Il che significa, spiega Ance, che le imprese dovranno trovare fideiussioni per oltre 12 miliardi di euro. Senza queste garanzie, i cantieri non potranno partire.
Economia
Appalti pubblici e Pnrr, il ministero delle Infrastrutture ha pagato meno del 5% dei ristori alle imprese per l’aumento dei costi
Migliaia di imprese stanno ancora aspettando i ristori per gli extra costi sostenuti nella seconda metà del 2021. Il fondo per le compensazioni, infatti, è (quasi) completamente fermo. A bloccare l’erogazione delle risorse è la burocrazia, che si profila come l’ostacolo più rilevante nel percorso della “messa a terra” degli investimenti previsti dal Pnrr. Senza considerare gli interventi del Piano, al momento risultano inevase 11mila domande a causa delle complesse procedure autorizzative richieste dal ministero responsabile della distribuzione delle risorse, quello delle Infrastrutture ora guidato da Matteo Salvini e fino allo scorso autunno da Enrico Giovannini.
Il pasticcio, però, sta mettendo alle corde numerose imprese, già fiaccate dagli aumenti dei costi di energia e materie prime e da 19 miliardi di crediti fiscali, relativi ai bonus edilizi, incagliati. E rischia di far deragliare il convoglio del Pnrr, già in pericoloso ritardo sulla tabella di marcia fissata con l’Unione europea. A fare i calcoli di quanto sia grave la situazione per le aziende è stata l’Ance, sempre durante l’audizione per la conversione del decreto Pnrr, criticato per il mancato intervento sulla questione del caro materiali. Le stazioni appaltanti hanno fatto richiesta, nei termini previsti, per 1,4 miliardi di euro. Pratiche che il Mit non riesce ad evadere, con il risultato che finora meno del 5% dei fondi è arrivato alle imprese. Le “misure” approvate fino ad oggi, denuncia l’Ance, “sono rimaste in gran parte sulla carta e hanno tempi di attuazione troppo lunghi rispetto all’emergenza. La situazione sta diventando insostenibile e occorre un intervento urgente per sbloccare i pagamenti alle imprese”.
La conferma arriva dai numeri: il Mit ha erogato solo il 13% degli stanziamenti relativi al secondo semestre 2021, appena il 2% di quelli per il periodo gennaio-luglio 2022, mentre per i fondi degli ultimi cinque mesi dell’anno scorso l’istruttoria è appena iniziata. “Con questo ritmo, le imprese aspetteranno ancora anni prima di essere ristorate”, si legge nella relazione dell’Ance, “con tutto ciò che ne consegue sul rischio di un imminente blocco delle opere in esecuzione”. Come detto, le domande al Mit per le opere non prioritarie, che non rientrano nel perimetro del Pnrr, ancora da istruire sono circa 11mila. Dal momento che le richieste sono inferiori al plafond, Ance ha proposto che il ministero possa anticipare alle stazioni appaltanti una parte dei fondi richiesti nel 2022, e non ancora erogati, per il caro materiali. Oltre a questo, l’associazione dei costruttori chiede di consentire alle imprese che hanno avuto accesso agli stanziamenti nel 2022, di potervi accedere anche per quest’anno.
Ma a frenare la realizzazione dei lavori, c’è anche la ritrosia di banche e assicurazioni a rilasciare alla imprese le garanzie necessarie alla partecipazione alle gare d’appalto e ad erogare l’anticipazione contrattuale. Un problema molto rilevante che rende la strada per l’attuazione del Pnrr più in salita di quanto già non sia. Basti pensare che soltanto Rete ferroviaria italiana, tra le gare bandite nel 2022 e quelle in programma per quest’anno, affiderà circa 30 miliardi di euro di lavori nei prossimi mesi, molti dei quali compresi nel Piano. Il che significa, spiega Ance, che le imprese dovranno trovare fideiussioni per oltre 12 miliardi di euro. Senza queste garanzie, i cantieri non potranno partire.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.