L’Australia ha approvato una serie di norme sul clima rivolte ai ‘grandi inquinatori‘ che costringeranno per la prima volta le miniere di carbone, le fonderie e le raffinerie a ridurre le emissioni di circa il 5% all’anno. Queste leggi si applicano a circa 215 grandi impianti industriali, ognuno dei quali produce più di 100.000 tonnellate di gas serra all’anno: così, il governo ritiene di poter impedire il rilascio di 200 milioni di tonnellate di carbonio nell’atmosfera nel prossimo decennio e raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050.

Le emissioni non potranno superare l’attuale livello di inquinamento dell’Australia, pari a 140 milioni di tonnellate metriche (154 milioni di tonnellate statunitensi) all’anno, e tale limite diminuirà nel tempo. I grandi inquinatori potranno acquistare crediti di carbonio per contribuire al raggiungimento dei loro obiettivi di riduzione delle emissioni, ma gli inquinatori che utilizzeranno i crediti di carbonio per ottenere più del 30% della loro riduzione dovranno spiegare perché non stanno facendo di più per ridurre le proprie emissioni. Secondo il governo, le riforme ridurrebbero le emissioni di gas serra dell’Australia di 205 milioni di tonnellate metriche (226 milioni di tonnellate statunitensi) entro il 2030, il che equivale a togliere dalla strada due terzi delle automobili australiane nello stesso periodo. “Questa è la prima volta che la riduzione delle emissioni di gas serra è stata sancita dalla legge australiana“, ha sottolineato all’Afp Tommy Wiedmann, esperto di sostenibilità presso l’Università del New South Wales

Il governo ha affermato che il piano porrà fine a un decennio di dispute politiche, che hanno ripetutamente frustrato i tentativi di affrontare il cambiamento climatico. L’accordo è stato raggiunto dopo diverse settimane di difficili negoziati. I Verdi, il cui sostegno era necessario per approvare le leggi sulla cui efficacia si erano inizialmente dichiarati scettici, hanno accettato di sostenere il piano sul carbonio dopo aver persuaso il governo a fissare un limite massimo alle emissioni. L’amministrazione del partito laburista di centro-sinistra ha dichiarato che le riforme del cosiddetto meccanismo di salvaguardia sono essenziali per il raggiungimento dell’obiettivo di ridurre le emissioni del 43% rispetto ai livelli del 2005 entro la fine del decennio e di azzerarle entro il 2050. In vigore dal 1° luglio, le riforme creano un tetto alle emissioni del Paese e obbligano le 215 strutture più inquinanti a ridurre le proprie emissioni del 4,9% all’anno o a raggiungere l’obiettivo con crediti di carbonio. Le leggi creano il primo prezzo sul carbonio in Australia da quando il precedente governo laburista ha creato una carbon tax nel 2012. Il governo conservatore ha abrogato quella tassa nel 2014 e da allora ha rifiutato qualsiasi politica climatica che facesse pagare gli inquinatori. Le proposte di legge sono passate al Senato con un voto di 32 a 26, con i senatori laburisti sostenuti dal partito minore dei Verdi e da legislatori non allineati.

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