A fine febbraio il blocco delle attività con 34mila investitori italiani nel panico, come documentato dal Fatto Quotidiano, poi le inchieste sulle operazioni sulle criptovalute. Oggi il tribunale di Milano, con sezione civile specializzata in materia di impresa, ha provveduto – nell’ambito di un procedimento relativo alla denuncia di gravi irregolarità gestorie – alla revoca degli amministratori di Digital Rock Holding, società controllante, tra le altre, di The Rock Trading operatore italiano specializzato in servizi relativi alla compravendita e alla conversione di criptovalute e gestione di portafogli digitali per conto di terzi. È stato anche nominato, come rende noto il presidente facente funzioni del tribunale di Milano Fabio Roia, un amministratore giudiziario di Digital Rock Holding spa, al quale ”sono stati conferiti ampi poteri gestori comprendenti anche verifiche e accertamenti relativi alla gestione delle società controllate”. Di recente la procura di Milano ha avviato un’indagine per truffa e appropriazione indebita nei confronti dei vertici di The Rock Trading, in seguito alle denunce pervenute dai clienti che hanno lamentato l’interruzione dell’operatività della piattaforma e la conseguente impossibilità di accedere ai propri asset digitali per compiere operazioni di prelievo. Anche la procura di Firenze ha un fascicolo aperto.

A inizio marzo, il Nucleo di polizia economico finanziaria e il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, nell’inchiesta coordinata dagli aggiunti Eugenio Fusco e Tiziana Siciliano e dai pm Francesco Cajani e Maura Ripamonti, avevano effettuato perquisizioni per le ipotesi di reato di truffa e appropriazione indebita in sedi ed uffici di The Rock trading, la società che a fine febbraio aveva comunicato sul proprio sito agli stessi investitoriche i soldi da loro collocati nei bitcoin erano congelati per “difficoltà riscontrate nella gestione della liquidità”. Tra gli indagati Andrea Medri, fondatore della società. Nelle indagini vengono valutati pure profili di presunta insolvenza della società, nata una decina di anni fa e molto nota nel settore delle criptovalute. Un filone quest’ultimo coordinato dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Pasquale Addesso. Il punto centrale della più ampia indagine milanese, comunque, è ricostruire che fine abbiano fatto quegli asset digitali, ossia i bitcoin sui quali gli investitori hanno messo i loro soldi, senza più la possibilità di liquidarli. (ANSA)

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