“Purtroppo la sua sceneggiatura è uno slow-burner che non esplode”. Una delle battute pronunciata da una manager Netflix (Elena Lietti) tratta dal trailer frizzantino de Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti rischia di diventare la pietra tombale del film stesso prima ancora che lo si veda in sala dal 20 aprile prossimo. Difficile tratteggiare gli effettivi contorni della trama. Le uniche certezze riguardano le presenze annunciate di Mathieu Amalric (coproduttore del film nel film che dirige Moretti interprete/regista?) e Silvio Orlando (protagonista del film che si gira negli anni cinquanta con molta politica dentro, pare). Poi ecco l’invasione golfino e camicia del Nanni nazionale. Un’apparizione larga del regista Moretti che diventa protagonista e che orienta direzione e senso del racconto in una sorta di meta cinema autoriferito. Moretti in auto con Margherita Buy nella classica inquadratura da cruscotto; Moretti che danza in una scena d’insieme rarefatta e lugubre; Moretti di nuovo in auto con la Buy mentre muovono le manine a tempo sulle note di Think. Poi, ma andiamo a tentoni rifacendoci al trailer, sembra esserci un sottotesto legato al celebre motto “il privato è politico”. Pura speculazione intuitiva tanto che sia la coppia fittizia Moretti/Buy che Moretti quando dà indicazioni all’attrice Barbora Bobulova che recita nel film con Orlando negli anni cinquanta sembra suggerire il fatto che il privato sia stato trascurato/invaso/sminuito in entrambi i casi dalla politica. Insomma, come dice Amalric a Moretti, entrambi a zonzo sul monopattino elettrico per le vie di Roma, “il tuo è un film sovversivo”. Tre i temi musicali iperpresenti: Think della Franklin; Lontano lontano di Tenco e Voglio vederti danzare di Battiato.
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