La Lega vuole cacciare Giuseppe Busia dal vertice dell’Autorità Anticorruzione. La sua colpa? Aver aspramente criticato il nuovo codice degli Appalti varato dal governo di Giorgia Meloni e rivendicato da Matteo Salvini, lanciando un allarme sui rischi legati alle nuove norme. “Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo”, è l’attacco lanciato da Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega. “Busia ha dei compiti di controllo invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile“, prosegue il dirigente del Carroccio, imitato a stretto giro da una serie di big di via Bellerio. Il numero uno dell’Anticorruzione, difeso solo dal Pd, è stato costretto a intervenire per aggiustare il tiro: “I sindaci oggi sono degli eroi, svolgono una funzione essenziale”. E a quel punto anche dal ministero delle Infrastrutture, guidato da Salvini, è arrivato un segnale di pace: “Grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del presidente”, dettano fonti del Mit.
Lega all’assalto dell’Anac – Durante il giorno l’attacco di Locatelli è stato rilanciato da vari leghisti. Gianluca Cantalamessa, senatore e capogruppo della Lega in commissione Industria di Palazzo Madama: “Chi punta il dito a priori sui sindaci italiani non può ricoprire il ruolo di presidente dell’Anac – attacca – Gravi, infondate e imprecise le dichiarazioni di Giuseppe Busia che accusa praticamente migliaia di primi cittadini di corruzione. Inaccettabile. A lui spetta il ruolo di controllore, non di accusatore. Faccia un passo indietro e si scusi con i nostri sindaci che sapranno, invece, affidare i lavori pubblici con trasparenza per il bene delle loro comunità. Con il codice Salvini si dà mano libera al lavoro con appalti più veloci e maggiore autonomia agli enti locali, non certo a cantieri a casaccio per ‘relazioni personali”. Il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, ha diffuso una lunga nota per dire che “l’attacco del presidente Busìa e dei detrattori della nuova norma risponda a una logica di deresponsabilizzazione che rischia di delegittimare il prezioso lavoro che le pubbliche amministrazioni svolgono ogni giorno nella gestione dei contratti pubblici”.
La stroncatura del codice Appalti – Ma cosa aveva detto il presidente dell’Anac per provocare questo attacco frontale nei suoi confronti? “Semplificazione e rapidità sono valori importanti, ma non possono andare a discapito di principi altrettanto importanti come trasparenza, controllabilità e libera concorrenza“, aveva detto, stroncando di fatto il Codice degli appalti scritto dal Consiglio di Stato e modificato dal governo. “Sotto i 150.000 euro va benissimo il cugino o anche chi mi ha votato e questo è un problema, soprattutto nei piccoli centri”, ha ribadito mercoledì mattina il presidente dell’Anac, mettendo nel mirino gli affidamenti senza gara che, allargati a dismisura durante la pandemia, ora diventano strutturali. Insieme alla possibilità per le stazioni appaltanti di ricorrere alla procedura negoziata senza bando previa consultazione di almeno dieci operatori economici per lavori fino a 5,3 milioni di euro. Con il risultato di sottrarre alla concorrenza il 98% dei lavori. Sostanzialmente “si dà mano libera, si dice non consultate il mercato, scegliete l’impresa che volete”, sottolinea Busia. Il risvolto pratico, insomma, è che “si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosco, non quella che si comporta meglio”, ha spiegato a Zapping su Radio Uno. E poi ha ribadito di vedere soprattutto “sugli affidamenti diretti sotto i 140 mila euro, dall’acquisto delle sedie ai lavori per imbiancare la scuola. Potrebbero essere chiamate le persone più vicine al dirigente, al sindaco o all’ assessore. E ridurre la trasparenza aumenta i rischi corruttivi – sottolinea – , specie ora che le risorse sono tante”.
Busia replica: “Sindaci eroi” – Un vero e proprio fuoco incrociato di critiche, che ha costretto Busia a reagire. “Amministratori corrotti? No, nel modo più assoluto. I sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, oggi sono degli eroi. Svolgono una funzione essenziale, importantissima, pagati pochissimo e si assumono grandi responsabilità”, ha detto il presidente dell’Anac a L’Aria che tira su La7. “Verso i sindaci Anac nutre solo ammirazione”, ha aggiunto sottolineando poi che “controllabilità e trasparenza si possono conciliare” e che fare le gare per gli appalti “in sé non è il grosso del tempo che si spende. Se non si fa neanche un avviso le imprese migliori sono penalizzate”, e sono quelle “incapaci” a “provocare ritardi”. “Verso i sindaci – ha aggiunto Busia – Anac nutre solo ammirazione, come pure verso i funzionari pubblici. Sono persone nella stragrande maggioranza che servono l’istituzione e lavorano per fare bene. La fiducia che Anac dà ai sindaci è piena. Non solo. Anac si affianca alle amministrazioni che stipulano con noi un protocollo d’intesa, e le aiutiamo controllando gli atti prima e durante la gara, per ridurre il contenzioso“. A proposito della criminalità negli appalti, Busia ha sottolineato che “purtroppo ci sono settori in cui la criminalità è presente. Dovendo spendere grandi risorse in tempi stretti, i rischi sono alti”. Ad avviso del presidente dell’ Anac, però, “controllabilità e trasparenza si possono conciliare con la rapidità del fare, attraverso il digitale. Non si perde tempo. La gara in sé non è il grosso del tempo che si spende. Se non si fa neanche un avviso le imprese migliori sono penalizzate. E se si scelgono imprese incapaci, sono queste a provocare ritardi”.
Il Mit: “Bene correzione di rotta di Busia” – Toni molto più sfumati, dunque, quelli di Busia. E infatti dal ministero delle Infrastrutture fanno sapere di provare “grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del presidente Anac che ora ha definito i sindaci eroi da ammirare”. Dal dicastero guidato da Salvini fanno sapere che i contatti tra il ministero “non sono mai venuti meno, nemmeno nelle ultime ore. Il ministro non si sottrae al confronto costruttivo per il bene del Paese e al fianco degli amministratori locali”. E la reazione durissima della Lega? Le stesse fonti del Mit dicono che “evidentemente, sono servite per un chiarimento”.
La difesa del Pd, Costa vuole cambiare l’Anac – L’attacco della Lega ha provocato anche altre reazioni politiche. Enrico Costa, deputato di Azione, non solo si unisce alle critiche a Busia ma ipotizza anche una riforma dell’Anticorruzione. “Le proteste del Presidente Anac di fronte alle semplificazioni del Codice Appalti: insinua addirittura che favorisce il voto di scambio nei comuni. È vero esattamente il contrario. Meno burocrazia, meno intrallazzi. Da rivedere piuttosto il ruolo di Anac”, scrive su twitter. Difende Busia, invece, il dem Francesco Boccia: “Troviamo molto gravi gli attacchi che gli esponenti della Lega rivolgono al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. La colpa di Busia è solo quella di denunciare con forza le criticità del nuovo codice appalti. Dietro la richiesta della velocizzazione si nasconde l’abbassamento della qualità dei lavori e il rischio sempre più forte di infiltrazioni ancora più massiccie della criminalità organizzata. La destra sappia che le preoccupazioni di Busia sono le nostre”, dice il neo capogruppo del Pd al Senato. Un concetto esplicitato da Andrea Orlando, su twitter: “Il 98% delle opere pubbliche, sulla base delle modifiche normative volute dal governo, secondo le stime dell’Anac, sarà realizzato senza gara. Un enorme favore alle mafie”. Secondo Chiara Braga, nuova capogruppo dem a Montecitorio: “La Lega sferra un attacco scomposto e inaccettabile al Presidente dell’Anac per nascondere quello che il suo Governo cancella: concorrenza, trasparenza e qualità degli appalti. Questo Codice non ha nulla a che fare con gli obiettivi giusti di rapidità e semplificazione. È la solita ricetta della destra, insofferente alla legalità e senza nessuno scrupolo a sacrificare dignità e sicurezza del lavoro con il subappalto selvaggio”.
Chi è il manager che la Lega vuole cacciare – Busia è al vertice dell’Autorità Anticorruzione dal settembre del 2020. Era stato nominato dal governo di Giuseppe Conte per sostituire Raffaele Cantone, presidente dell’Anac tra il 2014 e il 2020. Anche il mandato di Busia è di sei anni. In passato il manager è stato per otto anni segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali. Prima ancora aveva ricoperto l’incarico di segretario generale dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
Politica
La Lega all’attacco del capo dell’Anac che ha criticato il Codice appalti: “Prevenuto”. Poi la marcia indietro: “Ha corretto le sue parole”
La Lega vuole cacciare Giuseppe Busia dal vertice dell’Autorità Anticorruzione. La sua colpa? Aver aspramente criticato il nuovo codice degli Appalti varato dal governo di Giorgia Meloni e rivendicato da Matteo Salvini, lanciando un allarme sui rischi legati alle nuove norme. “Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo”, è l’attacco lanciato da Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega. “Busia ha dei compiti di controllo invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile“, prosegue il dirigente del Carroccio, imitato a stretto giro da una serie di big di via Bellerio. Il numero uno dell’Anticorruzione, difeso solo dal Pd, è stato costretto a intervenire per aggiustare il tiro: “I sindaci oggi sono degli eroi, svolgono una funzione essenziale”. E a quel punto anche dal ministero delle Infrastrutture, guidato da Salvini, è arrivato un segnale di pace: “Grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del presidente”, dettano fonti del Mit.
Lega all’assalto dell’Anac – Durante il giorno l’attacco di Locatelli è stato rilanciato da vari leghisti. Gianluca Cantalamessa, senatore e capogruppo della Lega in commissione Industria di Palazzo Madama: “Chi punta il dito a priori sui sindaci italiani non può ricoprire il ruolo di presidente dell’Anac – attacca – Gravi, infondate e imprecise le dichiarazioni di Giuseppe Busia che accusa praticamente migliaia di primi cittadini di corruzione. Inaccettabile. A lui spetta il ruolo di controllore, non di accusatore. Faccia un passo indietro e si scusi con i nostri sindaci che sapranno, invece, affidare i lavori pubblici con trasparenza per il bene delle loro comunità. Con il codice Salvini si dà mano libera al lavoro con appalti più veloci e maggiore autonomia agli enti locali, non certo a cantieri a casaccio per ‘relazioni personali”. Il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, ha diffuso una lunga nota per dire che “l’attacco del presidente Busìa e dei detrattori della nuova norma risponda a una logica di deresponsabilizzazione che rischia di delegittimare il prezioso lavoro che le pubbliche amministrazioni svolgono ogni giorno nella gestione dei contratti pubblici”.
La stroncatura del codice Appalti – Ma cosa aveva detto il presidente dell’Anac per provocare questo attacco frontale nei suoi confronti? “Semplificazione e rapidità sono valori importanti, ma non possono andare a discapito di principi altrettanto importanti come trasparenza, controllabilità e libera concorrenza“, aveva detto, stroncando di fatto il Codice degli appalti scritto dal Consiglio di Stato e modificato dal governo. “Sotto i 150.000 euro va benissimo il cugino o anche chi mi ha votato e questo è un problema, soprattutto nei piccoli centri”, ha ribadito mercoledì mattina il presidente dell’Anac, mettendo nel mirino gli affidamenti senza gara che, allargati a dismisura durante la pandemia, ora diventano strutturali. Insieme alla possibilità per le stazioni appaltanti di ricorrere alla procedura negoziata senza bando previa consultazione di almeno dieci operatori economici per lavori fino a 5,3 milioni di euro. Con il risultato di sottrarre alla concorrenza il 98% dei lavori. Sostanzialmente “si dà mano libera, si dice non consultate il mercato, scegliete l’impresa che volete”, sottolinea Busia. Il risvolto pratico, insomma, è che “si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosco, non quella che si comporta meglio”, ha spiegato a Zapping su Radio Uno. E poi ha ribadito di vedere soprattutto “sugli affidamenti diretti sotto i 140 mila euro, dall’acquisto delle sedie ai lavori per imbiancare la scuola. Potrebbero essere chiamate le persone più vicine al dirigente, al sindaco o all’ assessore. E ridurre la trasparenza aumenta i rischi corruttivi – sottolinea – , specie ora che le risorse sono tante”.
Busia replica: “Sindaci eroi” – Un vero e proprio fuoco incrociato di critiche, che ha costretto Busia a reagire. “Amministratori corrotti? No, nel modo più assoluto. I sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, oggi sono degli eroi. Svolgono una funzione essenziale, importantissima, pagati pochissimo e si assumono grandi responsabilità”, ha detto il presidente dell’Anac a L’Aria che tira su La7. “Verso i sindaci Anac nutre solo ammirazione”, ha aggiunto sottolineando poi che “controllabilità e trasparenza si possono conciliare” e che fare le gare per gli appalti “in sé non è il grosso del tempo che si spende. Se non si fa neanche un avviso le imprese migliori sono penalizzate”, e sono quelle “incapaci” a “provocare ritardi”. “Verso i sindaci – ha aggiunto Busia – Anac nutre solo ammirazione, come pure verso i funzionari pubblici. Sono persone nella stragrande maggioranza che servono l’istituzione e lavorano per fare bene. La fiducia che Anac dà ai sindaci è piena. Non solo. Anac si affianca alle amministrazioni che stipulano con noi un protocollo d’intesa, e le aiutiamo controllando gli atti prima e durante la gara, per ridurre il contenzioso“. A proposito della criminalità negli appalti, Busia ha sottolineato che “purtroppo ci sono settori in cui la criminalità è presente. Dovendo spendere grandi risorse in tempi stretti, i rischi sono alti”. Ad avviso del presidente dell’ Anac, però, “controllabilità e trasparenza si possono conciliare con la rapidità del fare, attraverso il digitale. Non si perde tempo. La gara in sé non è il grosso del tempo che si spende. Se non si fa neanche un avviso le imprese migliori sono penalizzate. E se si scelgono imprese incapaci, sono queste a provocare ritardi”.
Il Mit: “Bene correzione di rotta di Busia” – Toni molto più sfumati, dunque, quelli di Busia. E infatti dal ministero delle Infrastrutture fanno sapere di provare “grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del presidente Anac che ora ha definito i sindaci eroi da ammirare”. Dal dicastero guidato da Salvini fanno sapere che i contatti tra il ministero “non sono mai venuti meno, nemmeno nelle ultime ore. Il ministro non si sottrae al confronto costruttivo per il bene del Paese e al fianco degli amministratori locali”. E la reazione durissima della Lega? Le stesse fonti del Mit dicono che “evidentemente, sono servite per un chiarimento”.
La difesa del Pd, Costa vuole cambiare l’Anac – L’attacco della Lega ha provocato anche altre reazioni politiche. Enrico Costa, deputato di Azione, non solo si unisce alle critiche a Busia ma ipotizza anche una riforma dell’Anticorruzione. “Le proteste del Presidente Anac di fronte alle semplificazioni del Codice Appalti: insinua addirittura che favorisce il voto di scambio nei comuni. È vero esattamente il contrario. Meno burocrazia, meno intrallazzi. Da rivedere piuttosto il ruolo di Anac”, scrive su twitter. Difende Busia, invece, il dem Francesco Boccia: “Troviamo molto gravi gli attacchi che gli esponenti della Lega rivolgono al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. La colpa di Busia è solo quella di denunciare con forza le criticità del nuovo codice appalti. Dietro la richiesta della velocizzazione si nasconde l’abbassamento della qualità dei lavori e il rischio sempre più forte di infiltrazioni ancora più massiccie della criminalità organizzata. La destra sappia che le preoccupazioni di Busia sono le nostre”, dice il neo capogruppo del Pd al Senato. Un concetto esplicitato da Andrea Orlando, su twitter: “Il 98% delle opere pubbliche, sulla base delle modifiche normative volute dal governo, secondo le stime dell’Anac, sarà realizzato senza gara. Un enorme favore alle mafie”. Secondo Chiara Braga, nuova capogruppo dem a Montecitorio: “La Lega sferra un attacco scomposto e inaccettabile al Presidente dell’Anac per nascondere quello che il suo Governo cancella: concorrenza, trasparenza e qualità degli appalti. Questo Codice non ha nulla a che fare con gli obiettivi giusti di rapidità e semplificazione. È la solita ricetta della destra, insofferente alla legalità e senza nessuno scrupolo a sacrificare dignità e sicurezza del lavoro con il subappalto selvaggio”.
Chi è il manager che la Lega vuole cacciare – Busia è al vertice dell’Autorità Anticorruzione dal settembre del 2020. Era stato nominato dal governo di Giuseppe Conte per sostituire Raffaele Cantone, presidente dell’Anac tra il 2014 e il 2020. Anche il mandato di Busia è di sei anni. In passato il manager è stato per otto anni segretario generale del Garante per la protezione dei dati personali. Prima ancora aveva ricoperto l’incarico di segretario generale dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
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Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Il definanziamento del fondo per la povertà educativa, che pure in 10 anni ha dato sollievo e maggiori opportunità a mezzo milione di bambini e bambine in condizioni di fragilità. E poi, ancora niente per non autosufficienza e disabilità, così come si profilano nuove nuvole all'orizzonte a causa dei tagli agli enti locali e quindi anche al welfare". Lo dichiara in una nota Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Pd con delega al Terzo Settore e all'Associazionismo.
"Contravvenendo alle tante promesse, la manovra di bilancio appena approvata dal Parlamento - la terza dell'era Meloni - chiude una porta in faccia a tutto il comparto del Terzo Settore. Non va meglio poi per quanto riguarda la mancata rimozione del tetto per il 5 per mille agli Enti del Terzo Settore, soldi che non finiscono là dove gli stessi contribuenti indicano di volerli indirizzare".
"Speriamo almeno che la proroga dell'entrata in vigore del regime dell'Iva per il Terzo Settore serva a risolvere la cosa una volta per tutte. Come Partito Democratico ci impegneremo in questo senso a partire già dai primi giorni del 2025".
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Uno dei lati più cupi e tristi di una catastrofe umanitaria è che i morti fanno sempre meno notizia: a Gaza siamo oltre la tragedia, siamo oltre la più bieca e feroce disumanità. Gli ospedali i personale sanitario sono diventati il bersaglio delle truppe israeliane . E nelle tende degli sfollati, ogni giorno neonati muoiono morti di freddo : che he responsabilità avevano dei bambini ? Collaboravano con Hamas, sostenevano Hamas, erano complici di Hamas? Cos'è questo se non un crimine di guerra?". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
"Lo chiedo - prosegue il leader di SI - a chi contesta la decisione del Tribunale Internazionale dell'Aja, che ha spiccato un mandato d'arresto per Netanyahu per crimini di guerra. Lo chiedo a Matteo Salvini, che ha detto che quella decisione sarebbe disattesa dal nostro Paese se il criminale di guerra Netanyahu venisse in Italia. Lo chiedo a chiunque si metta a fare l'analisi semantica della parola genocidio. Cos'altro vi serve dopo migliaia e migliaia di bambini morti?".
"Non basta continuare a dire 'due popoli, due Stati' senza fare nient'altro. Perché lo Stato di Palestina non c’è, e a breve - conclude amaramente Fratoianni - potrebbe non esserci più nemmeno il popolo palestinese".
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "È degna di rilievo la notizia che i cattolici democratici si preparano ad assumere una forte iniziativa politica e culturale. Essa è destinata a smuovere le acque stagnanti dentro il Pd, partito ormai consegnato a una deriva populista. Non è indifferente, però, il modo in cui l’iniziativa di Delrio, Prodi, Castagnetti e Ruffini prenderà piede. Perché un conto è la sua costituzione come area culturale all’interno del Pd, altra cosa, ovviamente, sarebbe la nascita di una forza esterna a quel partito. In questo secondo caso, Azione, forza di chiara ispirazione liberale, laica e riformista, potrebbe essere aperta al confronto e al dialogo senza paletti o pregiudizi". Così Osvaldo Napoli di Azione.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - La locandina dell'evento è pronta. L'appuntamento è per il 18 gennaio a Milano. Occasione: il battesimo di Comunità democratica. A promuoverlo alcuni esponenti cattolico democratici del Pd. L'organizzatore è Graziano Delrio e con lui ci sono Stefano Lepri, Patrizia Toia, Silvia Costa, Fabio Pizzul tra gli altri. Nutrito l'elenco dei partecipanti all'iniziativa. A partire dai 'padri nobili' Romano Prodi e Pierluigi Castagnetti, presidente dell'associazione 'I Popolari', fino a Ernesto Maria Ruffini, l'ex-direttore dell'Agenzia delle Entrate da cui si è dimesso nelle scorse settimane, attorno a cui si sono condensate suggestioni come possibile 'federatore' di un'area moderata.
Quindi il mondo dell'associazionismo con il dem Paolo Ciani, esponente di Demos, il presidente delle Acli Emiliano Manfredonia ed ancora Francesco Russo, vicepresidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e tra gli animatori della 'rete di Trieste', un nutrito gruppo di amministratori locali di ispirazione cattolica, nata appunto a Trieste a margine della Settimana Sociale dei Cattolici lo scorso luglio.
Ed ancora studiosi e professori come Elena Granata, vicepresidente della Scuola di Economia Civile. E poi tanti amministratori locali. Lombardi, innanzitutto, come l'ex-sindaco di Brescia e consigliere regionale, Emilio Del Bono. "Ci saranno diversi amministratori lombardi perché è da lì che cominciamo, poi faremo iniziative in altre regioni", spiega Lepri interpellato dall'Adnkronos.
"L'incontro del 18 gennaio -aggiunge Lepri- arriva dopo una sequenza di appuntamenti, come quello dello scorso anno de I Popolari, molto partecipato, all'Angelicum (c'erano anche Dario Franceschini e Lorenzo Guerini tra gli altri, ndr) e poi la Settimana Sociale dei Cattolici a Trieste. C'è l'esigenza di un impegno, di confrontarsi e di rappresentare anche l'attualità del pensiero dei cattolico democratici. Lo faremo con la presenza di autorevoli esponenti dell'università e ricerca e con tanti amministratori perchè facendo comunità, di qui il nome che ci siamo dati, che si cambia il mondo e lo si fa partendo dalle comunità locali. E lo faremo con alcuni 'padri nobili' nel segno della continuità politica".
Lepri, ma Comunità democratica sarà un'area del Pd o l'embrione di quel soggetto di centro di cui tanto si parla? "La nostra volontà è quella di confrontarci e rimettere insieme reti che abbiamo cominciato a ricomporre. Non è in discussione che il nostro impegno è nel Pd e per contare di più nel Pd, a partire dalle nostre proposte e dalla nostra capacità di organizzarci. Non c'è nessun ragionamento che va oltre". Ma ci sarà anche il 'federatore' Ruffini... "Lo abbiamo invitato e lui è molto contento di esserci".
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Con questo governo anche la matematica è un’opinione. Matteo Salvini ha infatti annunciato trionfalmente che 'nei primi 15 giorni di vigore del nuovo codice della strada, i morti sono diminuiti del 25%, passando dai 67 del 14-18 dicembre 2023 rispetto ai 50 dello stesso periodo di quest'anno'. Signor ministro, ma lei è del mestiere? Non vorrei sconvolgerla con questa notizia, ma il periodo 14-18 dicembre è composto da cinque giorni, non da quindici. E un confronto su un lasso di tempo così ridotto è in ogni caso ridicolo per trarre conclusioni e bilanci statistici. Il motivo è semplice: cinque giorni non sono in grado di indicare alcuna tendenza. Sono una fotografia parziale, casuale, distorta. Senza contesto”. Lo scrive sui suoi canali social il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
“Se davvero vuole impegnarsi per la sicurezza stradale, servono dati seri, analisi profonde, non proclami e statistiche creative. Servono - sottolinea Magi - infrastrutture decenti, educazione stradale, mobilità sostenibile, riduzione della velocità e non una caccia alle streghe nei confronti di chi consuma cannabis, di chi vuole istituire le zone 30 o investire nella mobilità sostenibile. Ci penseranno i tribunali a spazzare via queste norme. Ma le vite salvate, ministro Salvini, non sono numeri da lanciare a casaccio per farsi belli. La pianti con la sua propaganda e - conclude Magi - faccia un ripasso in matematica”.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - "Il 18 e 19 gennaio ci ritroveremo a Orvieto con l’associazione Libertà Eguale sul tema generale Idee per una sinistra di Governo. Cosa dobbiamo, cosa vogliamo, cosa possiamo fare. Ci rivolgiamo, come sempre, all’intero centrosinistra per far maturare una moderna cultura liberale di Governo nell’orizzonte segnato dal conflitto tra democrazie e autocrazie”. Lo dichiara Stefano Ceccanti vice-presidente dell’Associazione.
Sono previsti, tra la relazione iniziale di Claudia Mancina, l’intervento di Michele Salvati e le conclusioni del Presidente Enrico Morando alcuni focus particolari, tra cui un’intervista di Giorgio Tonini a Paolo Gentiloni. “Il conflitto tra democrazie e autocrazie – prosegue Ceccanti- comporta di prendere sul serio il tema di un’efficace difesa europea, fuori da qualsiasi forma di appeasement e di forme astratte di pacifismo. E la difesa porta con sé il grande tema di De Gasperi e Spinelli di una maggiore integrazione politica perché difesa comune richiama autorità politica comune”.
Previsto anche un focus sullo stato delle istituzioni a partire dal libro sulla presidenza Napolitano “Presidente di tutti” di Giovanni Matteoli presieduto da Emilia Patta con l’autore, Stefano Ceccanti, Francesco Clementi, Carlo Fusaro. “E’ evidente a tutti che istituzioni non compiutamente e non coerentemente riformate non stanno ferme, immobili . dichiara Ceccanti – ma vedono peggiorare il proprio rendimento. Si può affrontare seriamente una gestione dell’autonomia dopo la sentenza della Corte senza un Senato delle Regioni? Si possono ridurre i decreti senza una data certa per i disegni di legge del governo? Si può intervenire sulla forma di governo senza chiarezza sul bicameralismo, sul voto estero, sull’avvicinamento tra singoli eletti ed elettori, sulle forme di ballottaggio? Le istituzioni non possono essere trattate come una qualsiasi materia che veda per forza lo scontro tra maggioranza e opposizione”. L’Assemblea Nazionale si svolgerà presso l’Aula Magna del Centro Studi città di Orvieto.
Roma, 30 dic. (Adnkronos) - Gabriele Gravina è l'unico candidato alla presidenza della Figc per il prossimo quadriennio. I termini per la presentazione delle candidature sono scaduti il 25 dicembre. L'assemblea elettiva è in programma il prossimo 3 febbraio presso il Rome Cavalieri a Roma. All'ordine del giorno l'elezione dei Consiglieri federali delle componenti ai sensi dell’art. 26, comma 4 dello Statuto federale; l'elezione del Presidente Federale; l'elezione del Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti.