Continua la querelle tra Heather Parisi e Lucio Presta. L’ex agente della conduttrice e ballerina all’indomani della puntata di Belve del 14 marzo ha raccontato con un tweet di come, poco dopo la fine della registrazione, Parisi sia stata infatti raggiunta da un ufficiale giudiziario che l’ha costretta a sborsare una “somma ingente” come risarcimento di una condanna per diffamazione. Ieri Presta ha twittato di nuovo sulla showgirl: “Dopo ultime dichiarazioni odierne della adorata Heather Parisi, mi toccherà querelare la signora per diffamazione ed una serie di bugie o mi vedrò costretto a pubblicare bonifico fatto quel giorno da una terza persona legata al marito, motivo per cui non hanno pignorato. Pensaci”. Ma cosa ha scritto la ex ballerina? Un lunghissimo testo: “Nelle passate settimane ho assistito sgomenta al linciaggio mediatico di chi usa la Tv pubblica e i media per vendette personali. Cosa avrei mai fatto di così terribile da meritare questo trattamento? La sentenza 7746/2022 del Tribunale di Roma ha stabilito che ho pubblicato la foto della compianta mia migliore amica, abbracciata a me, “senza il consenso scritto da parte degli eredi”. Ciò è vero. Confesso che non sapevo, come credo la gran parte dei cittadini comuni, che per pubblicare la foto di una persona fosse necessaria l’autorizzazione scritta sua o, essendo lei purtroppo scomparsa, quella degli eredi. La sentenza, pur ritenendo “del tutto priva di fondamento la pretesa violazione dei diritti all’onore e alla reputazione tanto della donna rappresentata nella foto che dei suoi congiunti, oggi attori” e pur avendo “rigettato la richiesta della pubblicazione della sentenza in una o più testate giornalistiche, radiofoniche e in siti internet”, mi ha condannato, per il solo fatto formale della pubblicazione della foto senza autorizzazione scritta, al risarcimento dei danni. A tal proposito, in assenza della dimostrazione di un danno effettivo, il Tribunale ha ritenuto di applicare un criterio equitativo condannandomi “a corrispondere a titolo di risarcimento dei danni subiti, Euro 2.000” in favore di ciascuno degli attori, più le spese di lite. Con la seconda sentenza 4773/2022, il Tribunale di Roma ha ritenuto “palesemente incontinente” il video su Twitter che mostra “la Parisi ‘scherzare’ sul fatto di litigare con sé stessa … per poi concludere con la showgirl che mima Pinocchio portando il dito medio sul proprio naso” con gli hashtag #pinocchio e #bugie e “le mentions dell’attore oltre che della Cuccarini”. Il Tribunale ha riconosciuto che l’attore non aveva provato l’entità del danno e quindi il Giudice ha liquidato in via equitativa la somma di Euro 10.000 (enormemente inferiore a quella richiesta dalla mia controparte). Non condividendo con il mio legale alcuni passaggi della sentenza di condanna, ho proposto appello che è in corso. Si vedrà. In forza di queste due sentenze, il 9 marzo 2023 si è presentato al mio camerino presso gli Studi Lumina, l’ufficiale giudiziario accompagnato dall’avvocato di controparte. Nessun rappresentante delle forze dell’ordine era presente negli studi tantomeno nel mio camerino e nessun rappresentante si è mai palesato alla mia presenza. Dopo che l’ufficiale giudiziario mi ha esposto le ragioni della sua visita ho contattato il mio avvocato che tuttavia era in udienza. Una volta avuto la conferma da parte del mio legale della esattezza delle somme richieste e della legittimità della procedura mi sono subito resa disponibile a pagare quanto richiesto. Quindi, nessun pignoramento. E allora perché tanto clamore per un innocente peccato di ingenuità utilizzato come pretesto per una puerile ripicca personale? E perché tanto accanimento da parte del mainstream? Me lo sono chiesto spesso in questi giorni. Sarà che ho pestato i piedi a chi utilizza i mezzi di comunicazione a proprio piacimento, sarà che il grado di “zerbinaggio” di gran parte del mainstream in Italia ha raggiunto livelli intollerabili, sarà che sono straniera quanto basta da far emergere in qualcuno il piacere di “Italians do it better”, sarà che non ho mai avuto sponsor politici né da una parte né dall’altra e che non sono mai salita su nessun carro del vincitore o sarà che faccio battaglie scomode. A netto degli odiatori seriali io continuo a ricevere in privato e in pubblico tantissima solidarietà e tantissimi attestati di stima e sono grata. Questo dimostra la sempre maggior distanza tra il paese reale e il paese legale di chi detiene il potere e di, di quel potere, è servo e megafono.