Centinaia di migranti hanno tentato di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti dopo quanto accaduto a Ciudad Juarez, dove 39 stranieri sono morti bruciati in un centro di detenzione e altri 27 sono rimasti feriti, sei dei quali in modo grave. Lo hanno detto le guardie di frontiera statunitensi, precisando che saranno tutti espulsi. I migranti hanno attraversato a piedi il confine tra Stati Uniti e Messico proprio da Ciudad Juarez, poi si sono arresi alle guardie di frontiera statunitensi a El Paso, dall’altra parte della frontiera.

Il consolato degli Stati Uniti a Ciudad Juarez si è affrettato a smentire alcune voci su una presunta apertura del confine dopo la tragedia definendole “completamente false”. “Il confine è chiuso all’immigrazione irregolare!”, ha ripetuto su Twitter il consolato americano in un messaggio in spagnolo dal titolo “Non fatevi ingannare”.
Tra i migranti era circolata una voce che indicava che gli Stati Uniti erano pronti ad accoglierne alcuni per motivi umanitari, ha fatto sapere un corrispondente dell’Afp a Ciudad Juarez. La portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, aveva vagamente accennato a una “possibilità di assistenza medica negli Stati Uniti per i feriti” nel rogo, dopo contatti con “funzionari messicani sul campo”. In Messico, il ministro della sicurezza Rosa Icela Rodriguez ha ringraziato le autorità statunitensi “che hanno effettivamente offerto il loro sostegno”. “Ma se è stato accettato in questo momento non mi è molto chiaro”, ha aggiunto.
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