Cancellare la Spazzacorrotti, tornando alla legge Orlando con un pezzo di ex Cirielli. E mantenendo anche l’improcedibilità della riforma Cartabia. Ecco la proposta di legge di Fratelli d’Italia sulla prescrizione, a prima firma di Ciro Maschio, presidente della Commissione Giustizia della Camera: il primo testo partorito dalla maggioranza dopo l’approvazione (a fine 2022) di un ordine del giorno del deputato di azione Enrico Costa che impegnava il governo ad abolire il blocco della clessidra che porta all’estinzione dei reati dopo la sentenza di primo grado, introdotto nel 2019 dall’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede (M5s). A votare a favore, oltre al sedicente terzo polo, anche tutto il centrodestra. E infatti la pdl Maschio è quasi identica a quella già presentata da Costa: il termine di prescrizione, che adesso si interrompe per sempre dopo la prima sentenza, tornerebbe a correre per tutta la durata del processo, con due periodi di sospensione di 18 mesi ciascuno dopo le decisioni di primo e di secondo grado. Non solo, ma al tempo stesso resterebbe in vigore l’improcedibilità, il meccanismo inventato dall’ex ministra del governo Draghi, Marta Cartabia: così, anche se il reato non si prescrive, il processo continuerà a interrompersi al superamento di certi limiti di tempo (a regime, due anni in Appello e un anno in Cassazione).

Rispetto a quello di Azione-Iv, però, il testo di Fratelli d’Italia aggiunge una previsione che demolisce del tutto l’impianto della Spazzacorrotti. La legge Bonafede infatti aveva modificato l’articolo 158 del codice penale, che identifica il momento da cui parte il conto alla rovescia della prescrizione, prevedendo che per i reati continuati – cioè quelli uniti dallo stesso disegno criminoso – il termine decorresse a partire dall’ultimo reato contestato. Il partito di Giorgia Meloni invece vorrebbe tornare alla disciplina della legge ex Cirielli, approvata nel 2005 sotto il secondo governo Berlusconi: la prescrizione non si calcola più dalla fine dell’unico disegno criminoso, ma separatamente per ogni reato. La questione è tecnica, ma ha un impatto notevole: spesso infatti le continuazioni coprono periodi lunghi numerosi anni, e far partire il termine dalla fine consente di “salvare” molti più reati rispetto a un’estinzione che procede “a scaglioni”. Ma la maggioranza vuol tornare all’antico, cioè alla legge berlusconiana. E probabilmente ci riuscirà: l’obiettivo – ha spiegato Maschio – è calendarizzare entrambe le proposte “ed esaminarle in Commissione nel programma dei prossimi due mesi, così da riportare alla normalità la situazione”.

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