Quando, agli albori del Fatto, con Marco Travaglio incontrammo Riccardo Mannelli per convincerlo a imbarcarsi in un’avventura spericolata, eravamo mossi dall’entusiasmo ingenuo di quei neofiti che, per dire, s’inerpicano per vette e dirupi con le scarpe da tennis. Lui, a dire il vero, mentre gli illustravamo la nostra merce – un giornale che sarebbe stato il paradiso della satira senza limiti e confini – ci osservava sornione. Col senno di poi resto convinto che stesse pensando, come Teofilatto dei Leonzi quando incontra Brancaleone da Norcia: vi vedo e vi piango.
Dal 14 aprile sarà in libreria per Paper First Satira Madre: una rivisitazione del lavoro satirico svolto da Riccardo Mannelli per il Fatto Quotidiano negli ultimi anni, con molti inediti e qualche contaminazione pittorica. Il suo tratto ci ricorda che la satira è una forma d’arte: c’entrano pochissimo il giornalismo o la comicità televisiva e per nulla la militanza o appartenenza politica. In questo libro Mannelli, con l’abilità che lo contraddistingue da sempre, ricolloca al centro, con sapienti tratti di matita, il ruolo che compete alla satira.