A marzo è proseguito il rientro dell’inflazione, che stando alle stime Istat è scesa a +7,7% dal +9,2% del mese prima grazie al calo dei prezzi energetici. Continuano però le tensioni al rialzo dei prezzi “nel comparto dei beni alimentari non lavorati, dei tabacchi e dei servizi”, nota l’istituto di statistica, che portano a una nuova accelerazione dell’inflazione di fondo (salita a +6,4%), “la cui dinamica tuttavia sembra perdere lo slancio che aveva contraddistinto i mesi precedenti”. I prezzi del ‘carrello della spesa‘ (beni alimentari, per la cura della casa e della persona) rimangono “stabili su base tendenziale”, il che purtroppo significa che anno su anno aumentano ancora del 12,7%. Il tasso di inflazione italiano resta superiore a quello dell’area dell’euro, che si attesta al 6,9% a marzo, in netto calo rispetto all’8,5% di febbraio, secondo la stima flash di Eurostat.

Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +12,4% a +9,8%), mentre si accentua lievemente quella dei servizi (da +4,4% a +4,5%). La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve al calo dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (-9,6%) sia regolamentati (-4,8%), solo in parte compensato dall’aumento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,2%), dei servizi relativi ai trasporti (+0,9%), degli alimentari lavorati e dei Tabacchi (+0,7% entrambi), dei beni durevoli e semidurevoli (+0,5% entrambi), dei beni non durevoli e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,3% entrambi). L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,1% per l’indice generale e a +4,1% per la componente di fondo, mentre in base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,8% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il NIC non tiene conto, e del 8,2% su base annua (in netto rallentamento da +9,8% di gennaio), aggiunge infine l’Istat.

Si preannuncia una Pasqua “salata” per gli italiani, commenta Assoutenti. I numeri dell’Istat dimostrano ancora una volta che l’emergenza prezzi non è ancora superata, con i prodotti più acquistati dalle famiglie che continuano a subire rincari a due cifre. I”l carrello della spesa sale del 12,7% su base annua, mentre gli alimentari continuano la corsa e segnano un +13,2%, equivalente a una maggiore spesa annua solo per il cibo pari a +1.015 euro per una famiglia con due figli”. Secondo il presidente Furio Truzzi “il Governo deve intervenire prima di tutto azzerando l’Iva su alimentari e generi di prima necessità, e poi rafforzando i poteri del Garante dei prezzi e della commissione di allerta rapida sui prezzi, lavorando con le associazioni dei consumatori per studiare le misure strutturali da intraprendere per calmierare i listini al dettaglio e soprattutto contrastare le speculazioni che ancora oggi si registrano nel nostro paese sul fronte dei prezzi”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Appalti pubblici e Pnrr, il ministero delle Infrastrutture ha pagato meno del 5% dei ristori alle imprese per l’aumento dei costi

next