Israele torna a sferrare attacchi in Siria. E ad essere colpita, giovedì, è stata la capitale Damasco. Secondo quanto riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani nel Paese, ong con sede a Londra, obiettivo delle bombe di Tel Aviv erano installazioni di milizie legate all’Iran, ma il bilancio delle vittime conta ben 15 morti, tra cui anche due civili. Ad essere colpito è stato infatti un centro culturale iraniano nel quartiere di Kfar Suse dove si pensa si trovassero militari di Teheran, siriani e miliziani fedeli alla Repubblica Islamica. Nello specifico le vittime sono, da quanto si apprende, due civili, di cui una donna, sette militari siriani di cui tre ufficiali, un membro degli Hezbollah libanesi e cinque persone non ancora identificate.
“Intorno all’1:20 ora locale, il nemico israeliano ha effettuato un attacco aereo dalle alture del Golan occupate prendendo di mira diverse posizioni nelle vicinanze di Damasco”, ha affermato il ministero della Difesa siriano che, però, non ha fornito dettagli sulle strutture prese di mira, indicando comunque che l’attacco ha causato due feriti tra le fila dell’esercito siriano, oltre a danni materiali. Le esplosioni hanno scosso la capitale, secondo un corrispondente dell’Afp sul posto. Il ministero ha aggiunto che la difesa aerea siriana ha intercettato diversi missili.
Questo è solo l’ultimo di una serie di raid compiuti da parte di Israele in territorio siriano. Gli obiettivi, hanno sempre dichiarato, sono le milizie fedeli all’Iran, se non addirittura strutture che sarebbero controllate direttamente dai Guardiani della Rivoluzione. Una strategia volta a mantenere alta la pressione su quello che rimane il grande nemico regionale di Israele, l’Iran, stretto alleato di Bashar al-Assad, e indebolirne le capacità offensive.