“È scritto nell’articolo 36 nella nostra Costituzione: la retribuzione deve garantire un’esistenza libera e dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia. Un principio costituzionale calpestato, mai applicato, perché l’Italia è l’unico paese europeo in cui i lavoratori guadagnano meno 30 anni fa”. Così il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, intervenendo al convegno “Il salario che non c’è”, organizzato dal sindacato Usb. “Dal 1990 al 2020 c’è stata una perdita del potere d’acquisto del salario medio annuale del 2,9% – ha aggiunto – Il problema del lavoro sottopagato e delle buste paga da fame riguarda oltre 4 milioni di lavoratori ed è una vergogna per il Paese a cui dobbiamo porre un rimedio”. Conte ha specificato che il tema del convegno è in linea “con una battaglia che il Movimento 5 stelle sta combattendo da tantissimi anni” e che “quando riusciremo a inserire il salario minimo legale avremo lavoratori con propensione al consumo pressoché integrale con soldi che verranno quindi riversati nell’economia”. Rassicurando sul fatto il salario minimo “non toglierà nulla alle rappresentanze sindacali”, Conte ha concluso: “Questa battaglia va inserita in un più ampio fronte di ristrutturazione del mercato del lavoro”.
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