Sassi nella minestra, pezzi di legno nella pasta, filamenti di metallo delle pagliette di acciaio che si usano per pulire le pentole. Il Messaggero riporta le denunce dei genitori sulle condizioni in cui da settimane versa la mensa dell’Istituto romano Giovanni XXIII di Partenope, che sta destando lamentele e preoccupazioni.
Una prima ispezione nel refettorio scolastico della scuola del Prenestino era stata effettuata il 24 febbraio dai tecnici del Municipio V. Diverse le problematiche emerse: era stato riscontrato che ai bambini celiaci (affetti da intolleranza al glutine) non veniva dato l’apposito pane ma una galletta di riso. Un altro bambino ha visto servirsi un hamburger vegetale invece di una frittata di legumi. Ma a destare maggiore preoccupazione la mancanza di derrate alimentari in conformità a quanto stabilito nel contratto di servizio: solo 6 kg di spigola invece dei previsti 7,6. E invece dei 33 kg di agnello, nelle cucine della mensa presenti solamente 28,7.
Oltre a quanto riscontrato dagli ispettori municipali, tredici genitori hanno poi denunciato la presenza di sassi e pezzi di legno e di metallo rinvenuti dai bambini dentro minestre e pietanze. Ma lamentano anche la scarsa qualità del cibo servito, soprattutto per quanto riguarda la frutta: kiwi serviti interi senza essere sbucciati, altri frutti così acerbi da risultare immangiabili. Non solo quindi una violazione dei termini dell’appalto (che parla di “adeguato sviluppo e maturazione” della frutta), ma anche la generazione di spreco alimentare. Nella denuncia presentata alla sirigente della scuola, si citano anche “pietanze fredde e porzioni insufficienti”, e “discrepanze tra quanto indicato nel menù e il cibo effettivamente servito, con ad esempio la sostituzione del pesce con il formaggio già servito nella stessa settimana, o la sostituzione della carne d’agnello con l’uovo.” Tutto questo contribuisce ad uno “scarso gradimento da parte dei bambini” al servizio mensa e alla “criticità rispetto alla somministrazione del menù differenziato per motivo etico-religiosi”.
Dopo pochi giorni, in una seconda ispezione effettuata da due genitori scelti in qualità di rappresentanti per la verifica, la situazione è rimasta pressoché identica: riscontrato la presenza nei piatti di capelli, peletti, un sassolino in una crema di legumi e una graffetta.