La Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta sulla brutale aggressione subita a Sant’Agnello dal presidente del Wwf della costiera sorrentina Claudio d’Esposito, picchiato a sangue fino a svenire da un imprenditore edile, pregiudicato per fatti di camorra, che negli anni scorsi fu danneggiato dalle denunce dell’ambientalista. Sulla scrivania del procuratore capo di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso è arrivata una informativa dei carabinieri di Sorrento con una prima ricostruzione dell’accaduto. Di qui l’apertura di un fascicolo già assegnato a un pm, anche in assenza di una querela che per ora d’Esposito non ha formalizzato. La presenterà nei prossimi giorni, direttamente in Procura, accompagnato dai suoi legali Gianni Pane e Johnny Pollio, non appena sarà in grado di farlo: l’ambientalista è tornato in ospedale ed ha scoperto di avere una costola fratturata, respira e si muove a fatica.

L’episodio ha sconvolto e indignato la sonnacchiosa costiera sorrentina, risvegliatasi bruscamente dal sogno di vivere in una bolla immune alla criminalità e alle infiltrazioni malavitose. Diverse associazioni si sono riunite per protestare contro l’aggressione ed hanno annunciato un doppio appuntamento di solidarietà che si svolgerà a Sorrento martedì 4 aprile: dalle 10 alle 12 con gli studenti, poi dalle 17.30 alle 19 appuntamento con tutti i cittadini, per un presidio che si svolgerà in piazza Tasso. Tra gli organizzatori il Wwf Campania con, tra gli altri, “Vas Onlus”, “Cittadini contro le mafie e corruzioni”, “Flaica Cub”, “Conta anche Tu”, “Associazione Caponnetto”, “La Grande Onda”, “Italia Nostra”, Cisal, Istituto Torquato Tasso, “Sorrento Bene Comune” e “(R)esistenza anticamorra”. L’aggressione è avvenuta domenica scorsa, in un condominio di via Cappuccini a Sant’Agnello. L’imprenditore, che avrebbe chiari motivi di rancore nei confronti dell’ambientalista e glieli avrebbe urlati durante le botte, ha teso un vero e proprio agguato nei confronti di d’Esposito, atteso per un’ora in cortile e poi percosso a calci, schiaffi e pugni fino a perdere coscienza e finire in ospedale, trasportato in ambulanza con l’arrivo dei carabinieri.

La notizia è stata resa nota dal deputato M5s Federico Cafiero De Raho durante un intervento in aula. L’ex procuratore nazionale antimafia, ed ex procuratore aggiunto della Dda di Napoli, ha collegato l’aggressione alle denunce di d’Esposito in difesa della legalità e contro le speculazioni, ed in particolare contro la realizzazione di un parcheggio a Sorrento. Si riferiva a un intervento edile avvenuto negli anni scorsi a Vico II Rota, dove fu distrutto un agrumeto, prima che la magistratura sequestrasse le opere in corso. Il processo si è concluso con alcune condanne definitive. L’imprenditore che ha picchiato d’Esposito stava realizzando quell’appalto (ma non figurava tra gli imputati): è stato poi condannato, per altre vicende, a quattro anni e mezzo per illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso perché, sfruttando le sue aderenze nel clan Esposito dei Monti Lattari, avrebbe costretto altri tre imprenditori a rifornirsi di calcestruzzo solo attraverso la sua ditta.

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