Ci sono le note balsamiche dei cipressi che costeggiano il borgo di Solomeo, il sentore di castagne dei boschi umbri che ha contraddistinto l’infanzia di Brunello, un pizzico di pepe nero o rosa, una punta di zenzero, la freschezza del bergamotto di Calabria e la gioia dei fiori d’arancio, ma anche i toni caldi del legno, che avvolgono il naso con la stessa morbidezza del cachemire. C’è tutto questo e molto di più nei primi profumi di Brunello Cucinelli, due fragranze – una da uomo e una donna – che sanno di casa, di italianità, di risate tra amici, di domeniche in famiglia e fughe al mare nei primi weekend di sole. Per crearle ci sono voluti quasi tre anni di studio e meditazione, con quella cura che è propria del visionario imprenditore umbro: “Avrò annusato 500 campioncini, alla fine mi sono quasi rintronato. Mi dicevano: queste ha note legnose, queste agrumate… Mi sono detto: a me interessa che piaccia e che sia contemporaneo, ovvero che sappia conquistare anche i giovani che vanno in discoteca. Perché loro sono i più esigenti e bisogna ascoltarli”, ha spiegato Cucinelli alla platea composta da giornalisti e addetti ai lavori radunata martedì 28 marzo nella suggestiva location del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano in occasione del lancio del prodotti. Sopra al palco, allestito per l’evento, troneggiava una delle futuristiche macchine alate di Leonardo Da Vinci: come il genio del Rinascimento, anche Brunello è un sognatore, un umanista con lo sguardo sempre proiettato in avanti. Non a caso, infatti, l’annuncio dei suoi primi profumi arriva in un momento di grande slancio per il mondo del beauty ed è il frutto della partnership tra la casa di moda umbra ed EuroItalia della famiglia Sgariboldi, eccellenza italiana nella creazione e distribuzione di fragranze di lusso da 700 milioni di euro di fatturato.
Così le due fragranze si propongono – ciascuna a modo suo e con le sue peculiarità – come ambasciatrici della cultura del bello e dei valori artigiani che la casa di moda Brunello Cucinelli coltiva da sempre, nel più armonioso accordo con il Creato e secondo il fondamentale valore della umana sostenibilità. Entrambi i profumi traggono ispirazione dalla amata terra umbra e mirano ad armonizzare tra loro diversi elementi ispiratori come, per esempio, il dolce paesaggio collinare puntellato da alti ed eleganti cipressi, l’antica storia di piccoli borghi, il gusto dell’arte medioevale, la spiritualità e la forza degli ideali. “Diversi anni fa, quando scomparve un mio carissimo amico che produceva essenze aromatiche, un’anima bella, sognai che un giorno avrei dedicato a lui un nuovo prodotto che lo ricordasse – ha proseguito Cucinelli -. Oggi rendo reale quel sogno, che non ho mai abbandonato per tutti gli anni, e proprio la durata, che ritengo un grande valore, mi ha ispirato in tale scelta, nel considerare quanto a lungo i profumi, dall’oriente antico all’occidente moderno, hanno affascinato donne e uomini e hanno accompagnato la loro vita. Mi piace pensare che un profumo moderatamente utilizzato sia come una carezza, che insieme alla fiducia dona alla persona umana una visione a colori del mondo”.
“EuroItalia – ha sottolineato quindi Giovanni Sgariboldi – condivide con Brunello Cucinelli l’attenzione all’eccellenza, alla qualità, al dettaglio, all’innovazione, alla creatività. La nostra conoscenza del mercato e dell’alta tecnologia utilizzata nel nostro settore specifico ci hanno permesso di trasferire la moda e il design di Brunello Cucinelli in queste creazioni olfattive di lusso”. Le boccette del “re del cashmere di Solomeo” – liscia quella femminile, con scanalature quella maschile – sono in vendita nel negozio in via Montenapoleone: da maggio arriveranno nei punti vendita Cucinelli in Europa e Medio Oriente e nelle profumerie specializzare, agli inizi di ottobre in Nord America per poi approdare in Asia a gennaio 2024. Prezzo uguale (180 euro), “perché contengono essenze di grande qualità”, come ha sottolineato Cucinelli. Che poi non ha potuto esimersi dal fare una riflessione sull’importanza di rendere le nostre fabbriche dei luoghi di lavoro attrattivi per i giovani perché l’impiego operaio “deve tornare ad avere dignità economica e sociale”.
“Come possiamo cambiare il lavoro operaio? – ha chiosato l’imprenditore in chiusura della presentazione – Siamo un Paese manufatturiero, abbiamo bisogno di persone che vengano a lavorare nelle nostre imprese se vogliamo garantire il futuro alle nostre fabbriche. Abbiamo il tasso di disoccupazione al 7,8 per cento e ci sono tante persone in cerca di lavoro. Curiamo il lavoro operaio, investendo un punto di profitto netto possiamo rendere più belle le nostre fabbriche e renderle più attraenti per chi viene a lavorare da noi. E parlo proprio dei lavori manuali che oggi gli italiani non vogliono più fare”.