“Una nuova sinistra è possibile“: a parlarne, intervistata, a Tempi radicali, la festa di Domani, la segretaria del Pd Elly Schlein non è sola. Con lei sul palco c’è anche l’editore del giornale ed ex proprietario del Gruppo Espresso, Carlo De Benedetti. Ne viene fuori un’intervista doppia in cui sia la leader democratica sia l’Ingegnere hanno risposto grossomodo alle stesse domande o comunque sugli stessi temi: dall’incompetenza del governo alle uscite sbilenche degli esponenti della maggioranza, dai migranti alle questioni sociali e del lavoro fino alla transizione ecologica. In più di un passaggio è stato De Benedetti ad annuire ed applaudire la nuova segretaria del Partito democratico, ma non sono mancate occasioni in cui è stata lei ad approvare quello che ha detto l’imprenditore. A unirli, ha sottolineato la notista politica di Domani Daniela Preziosi che ha fatto da intervistatrice, anche le assonanze degli argomenti toccati dai loro libri che si concentrano entrambi su giustizia ambientale e giustizia sociale. E quindi il Pd si ritrova di nuovo all’irrinunciabile “benedizione” di De Benedetti che da parte sua ha fatto una preghiera a Schlein già dal suo primo intervento: “Ci liberi da questa massa di incompetenti” (e il riferimento è al governo Meloni).
E dunque cosa si sono detti? In un paio di occasioni Schlein sembra marcare qualche differenza rispetto al Pd degli ultimi anni. Per esempio sulle manifestazioni di Ultima Generazione – l’ultima oggi a Roma alla Barcaccia – la segretaria da una parte precisa che “non sono metodi che condivido, ne ho scelto altri, altrimenti non sarei qui”, ma dopo la premessa sottolinea di aver “visto da parte delle istituzioni e della maggioranza dei toni che cercano di spostare l’attenzione dalla luna al dito: le mobilitazioni che abbiamo visto in queste anni, dal primo sciopero di Greta Thunberg, indicano una luna che dobbiamo guardare tutte e tutti”. O meglio: “Quella rabbia si sta manifestando perché c’è una frustrazione per la mancanza di risposte arrivate dalla politica. Io sono lì per cercare queste risposte, con una nuova sensibilità che prima non c’era”. Dall’altra parte De Benedetti dice che “questo è solo nominalmente il governo Meloni, in realtà è il governo Descalzi”, ad dell’Eni. “Chi prende le decisioni fondamentali su temi ecologici è l’Eni” che vuole un hub europeo del gas per “vendere in Europa e non solo in Italia: ma con quale vantaggio per il Paese? Questo dimostra che siamo lontanissimi da minima sensibilità ecologica“. Poi c’è la questione migranti, sulla quale Schlein sembra voler cancellare – tanto per dirla con un nome simbolico – il periodo del ministero di Marco Minniti. “Il Pd non finanzierà mai più la Guardia costiera libica e mai più firmerà memorandum con la guardia costiera libica. Quelli vanno chiamati come vanno chiamati: sono respingimenti collettivi”.
Fin qui la crisi ambientale. E la crisi sociale? Da una parte De Benedetti definisce “surreale” questa apparente “pace sociale”, in particolare a petto delle manifestazioni e degli scioperi che negli ultimi mesi si sono visti in parecchi Paesi europei, dalla Francia alla Germania passando per il Regno Unito. Per Schlein però questa presunta “pace” non c’è. E ci sono piattaforme su cui basare le azioni di opposizione, in particolare quella del lavoro povero e quindi del salario minimo, che è stato il primo campo di battaglia che la segretaria si è scelta da una parte per tentare di unire le energie delle variopinte opposizioni e dall’altra per sfidare il governo Meloni. “La destra non vede il lavoro povero – dice Schlein- ma si appassiona al tema importante della crisi della natalità non vedendo il nesso con la precarietà che colpisce giovani e donne soprattutto al Sud”. La segretaria del Pd ha ricordato poi le piazze di Cgil e Uil con i dipendenti del settore dell’edile “per denunciare la vergogna che stanno facendo con il codice degli appalti”.
Poi ci sono i temi “eterni” per il Pd. Come i problemi dei tesseramenti in Campania. Proprio oggi Schlein ha commissariato la federazione provinciale di Caserta e quella regionale della Campania. L’amministrazione straordinaria è stata affidata rispettivamente all’ex leader della Cgil Susanna Camusso e al senatore Antonio Misiani. “Per prima avevo denunciato delle situazioni opache, di proliferazione di tesseramenti – ha detto Schlein riferendosi alla sua espressione usata nella campagna delle primarie, quella dei “cacicchi” – Avevo detto che non voglio più vedere pacchetti di tessere, capibastone e persone che si sentono padroni dei circoli, bisogna essere coerenti con quello che si dice e quindi lavoreremo in questa direzione”. Non è un problema generalizzato, assicura Schlein: “Nelle primarie problemi di questo tipo li abbiamo avuti in territori molto ben localizzati e da segretaria non permetterei a nessuno di gettare fango su oltre un milione di persone che si sono alzate e sono andate a votare. Proprio per rispetto di queste persone dobbiamo fare scelte di chiarezza e trasparenza”.