“Saluto tutti voi, romani e pellegrini, in particolare quelli venuti da lontano. Vi ringrazio per la vostra partecipazione e anche per le vostre preghiere, che nei giorni scorsi avete intensificato. Grazie davvero!”. Quando Papa Francesco ha pronunciato queste parole all’Angelus, recitato in piazza San Pietro al termine della messa della domenica delle palme, i 60mila fedeli presenti hanno fatto un applauso molto fragoroso. Un segnale eloquente di grande affetto per Bergoglio dopo i giorni di apprensione per il ricovero improvviso al Policlinico Gemelli di Roma a causa di una bronchite su base infettiva.

Francesco ha voluto presiedere la processione delle Palme, percorrendo il tragitto dall’obelisco della piazza al sagrato sulla papamobile, e la messa, mentre il cardinale Leonardo Sandri, sottodecano del Collegio cardinalizio, ha celebrato all’altare. Il Papa, appena 24 ore dopo le dimissioni dal Gemelli, è apparso in buona forma. Al termine della messa, si è fermato a salutare, sulla sedia a rotelle, tutti i cardinali presenti sul sagrato e poi, a bordo della papamobile, i fedeli in piazza San Pietro. Tra i concelebranti, c’era anche l’arcivescovo Georg Gänswein, ex segretario di Benedetto XVI, che, in una recente intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato:“Credo non pochi cardinali avrebbero vissuto bene se Angelo Scola fosse stato Pontefice”. E ha spiegato che per un cardinale vivere bene in un pontificato “significa sentirsi in sintonia non soltanto esteriormente, ma anche interiormente”. A ilfattoquotidiano.it il presule, al termine della celebrazione, ha dichiarato: “Non ho visto l’intervista, ma mi hanno detto che era brutta”.

All’Angelus, come ormai tradizione, il Papa non ha mancato un pensiero per la guerra in Europa: “Rivolgo una benedizione alla Carovana di pace che in questi giorni è partita dall’Italia per l’Ucraina, promossa da varie associazioni: Papa Giovanni XXIII, FOCSIV, Pro Civitate Christiana, Pax Christi e altre. Insieme con generi di prima necessità, portano la vicinanza del popolo italiano al martoriato popolo ucraino, e oggi offrono rami di ulivo, simbolo della pace di Cristo. Ci uniamo a questo gesto con la preghiera, che sarà più intensa nei giorni della settimana santa”. Nell’omelia, Francesco si è soffermato sull’abbandono di cui fu vittima Gesù sulla croce. “Il verbo ‘abbandonare’ nella Bibbia – ha spiegato Bergoglio – è forte; compare in momenti di dolore estremo: in amori falliti, respinti e traditi; in figli rifiutati e abortiti; in situazioni di ripudio, vedovanza e orfananza; in matrimoni esausti, in esclusioni che privano dei legami sociali, nell’oppressione dell’ingiustizia e nella solitudine della malattia: insomma, nelle più drastiche lacerazioni dei legami”. E ha aggiunto: “Fratelli e sorelle, oggi questo non è uno spettacolo. Ognuno, ascoltando l’abbandono di Gesù, ognuno di noi si dica: per me”.

Bergoglio, inoltre, ha sottolineato che “Cristo abbandonato ci smuove a cercarlo e ad amarlo negli abbandonati. Perché in loro non ci sono solo dei bisognosi, ma c’è lui, Gesù abbandonato, colui che ci ha salvati scendendo fino al fondo della nostra condizione umana. È con ognuno di loro, abbandonati fino alla morte… Penso a quell’uomo cosiddetto ‘di strada’, tedesco, che morì sotto il colonnato, solo, abbandonato. È Gesù per ognuno di noi. Tanti hanno bisogno della nostra vicinanza, tanti abbandonati. Anch’io ho bisogno che Gesù mi accarezzi e si avvicini a me, e per questo vado a trovarlo negli abbandonati, nei soli. Egli desidera che ci prendiamo cura dei fratelli e delle sorelle che più assomigliano a lui, a lui nell’atto estremo del dolore e della solitudine”.

“Oggi, cari fratelli e sorelle, – ha aggiunto Francesco – sono tanti ‘cristi abbandonati’. Ci sono popoli interi sfruttati e lasciati a sé stessi; ci sono poveri che vivono agli incroci delle nostre strade e di cui non abbiamo il coraggio di incrociare lo sguardo; ci sono migranti che non sono più volti ma numeri; ci sono detenuti rifiutati, persone catalogate come problema. Ma ci sono anche tanti cristi abbandonati invisibili, nascosti, che vengono scartati coi guanti bianchi: bambini non nati, anziani lasciati soli – può essere tuo papà, tua mamma forse, il nonno, la nonna, abbandonati negli istituti geriatrici –, ammalati non visitati, disabili ignorati, giovani che sentono un grande vuoto dentro senza che alcuno ascolti davvero il loro grido di dolore. E non trovano altra strada se non il suicidio. Gli abbandonati di oggi. I cristi di oggi. Gesù abbandonato – ha concluso il Papa – ci chiede di avere occhi e cuore per gli abbandonati”.

Twitter: @FrancescoGrana

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