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Via Rasella, lite Senaldi-Menafra. “Quei 12 partigiani lì hanno fatto gli eroi con le vite degli altri”. “Lei dice falsità storiche”. Su La7

Bagarre a In Onda (La7) sulla rivisitazione dell’attentato di via Rasella, stavolta con il condirettore di Libero Pietro Senaldi che conferma la versione del presidente del Senato Ignazio La Russa e che invita la sinistra ad ammettere che fu un errore.
A respingere le tesi di Senaldi sono sia i conduttori della trasmissione, Concita De Gregorio e David Parenzo, sia la vicedirettrice di Open, Sara Menafra, che menziona gli atti del processo al colonnello delle SS Herbert Kappler per l’eccidio delle Fosse Ardeatine, dove furono trucidate 335 persone.

Senaldi commenta: “Quella di via Rasella non fu una grande pensata. Se io fossi stato uno dei 335 con la pistola tedesca alla nuca, non avrei pensato che quei 12 lì dell’attentato di via Rasella fossero dei grandi eroi. Non credo che quell’azione abbia avuto grandi effetti particolarmente decisivi per le sorti della guerra. Li ha avuti invece per le loro carriere personali dopo la guerra. Secondo me hanno esposto a un sacrificio barbaro però annunciato che si poteva e si doveva evitare. Quei 12 partigiani hanno fatto gli eroi con le vite degli altri“.

“Ma erano soldati nemici”, insorge Parenzo.
“Sì, soldati nemici ma è stato un attentato, lo dice la storia”, ribatte Senaldi.
Menafra ricorda che i partigiani non erano rappresentati da un esercito regolare: “Guardi che le azioni di Resistenza partigiana erano tutte fatte così“.
“Non mi sembrano degli eroi nazionali – ribadisce il condirettore di Libero – ma persone che non sapevano fare la guerra”.
De Gregorio osserva: “Sì, ma qui non stiamo sul piano delle opinioni. Una cosa sono le opinioni, altra cosa sono i fatti storici. E alcune cose sono sbagliate sul piano storico, quindi lei può sostenere le sue tesi, però poi ci sono i fatti“.
Viene data la parola a Menafra, ma Senaldi continua a urlare che non ha alterato i fatti storici. E la vicedirettrice di Open lo bacchetta: “Adesso parlo io”.

La giornalista elenca le falsità pronunciate dal condirettore di Libero, pur tra le interruzioni di quest’ultimo: “Ci sono atti storici certi e i processi a Kappler e a Priebke, quindi sulla strage delle Fosse Ardeatine e su via Rasella sappiamo davvero tante cose. Innanzitutto, non è vero che l’eccidio delle Fosse Ardeatine era annunciato come rappresaglia nazifascista per via Rasella. Se vogliamo dire – continua – che le azioni dei partigiani in Italia hanno innescato la reazione dei nazisti, allora bisogna scusarsi anche per Marzabotto o per Sant’Anna di Stazzema. Cioè cancelliamo la Resistenza. In realtà, la rappresaglia non era mai avvenuta prima e quindi non era prevedibile. Su questo gli storici sono assolutamente unanimi”.

Senaldi interrompe, sempre urlando: “Io non ho alterato i fatti”.
“Mi dispiace, invece lo ha fatto – risponde Menafra – Un’altra cosa falsa che ha detto è che l’azione di via Rasella non ha avuto conseguenze. Al contrario, ebbe un impatto sia sui nazisti, sia sulla percezione degli alleati. Fino a giugno infatti si interruppero i bombardamenti su Roma”.
“Ma cosa dice?”, sbotta Senaldi.
“È vero – replica la giornalista – La sfido a dimostrarmi il contrario”.
“Appunto – commenta De Gregorio – si possono dire tante cose, molte delle quali sbagliate”.
Senaldi continua a urlare e Menafra chiosa: “Guardi che persino Hitler si preoccupò di quell’attentato. Lo hanno raccontato gli stessi nazisti durante i processi”.