di Fernando Bassoli
La siccità ci dice che il dovere di salvare il pianeta è diventata emergenza.
In un mondo in cui tutti parlano e nessuno ascolta, l’Intelligenza Artificiale è davvero il minimo che potesse capitarci, ma a pensarci bene sarebbe interessante sapere come la IA commenterebbe le sciocche parole di certi governanti, come l’ormai celebre “mica sono Mosè” della premier Meloni, proferite in replica alle parole di Bonelli sulle attuali condizioni del fiume Adige, rimasto senz’acqua. In un luogo “sacro” come il Parlamento le battutine da mercatino di Porta Portese, forse utili per strappare sorrisi in campagna elettorale, si scontrano con la durezza del reale e l’indifferibilità del fare e progettare per il bene comune.
Il mondo è nei guai e la gente non lo capisce, mentre i politici, per mera convenienza, fingono di non capire.
I dati diffusi da Legambiente parlano chiaro: in Italia nel 2022 (anno nero per l’ambiente) gli eventi meteo-idrogeologici sono aumentati del 55% rispetto al 2021. Si sono verificati 310 fenomeni gravi, che hanno causato 29 vittime e danni ingenti: parliamo di trombe d’aria, alluvioni, grandinate straordinarie, ma anche caldo anomalo o violente mareggiate. Le regioni più in difficoltà risultano essere Lombardia, Lazio, Sicilia. Vivo a Genova e qui, negli ultimi due anni, di pioggia si è vista solo l’ombra.
Secondo i dati del CNR, nei primi sette mesi del 2022 le piogge nel centro-nord sono calate del 46% rispetto ai dati medi degli ultimi trent’anni. Tra le province, le più colpite sono state Roma, Salerno, Trapani, Trento, Venezia, Genova, Messina. Nel mese di dicembre in Italia si sono registrate temperature primaverili e sempre a
dicembre il livello del Po è risultato inferiore a quello registrato nel ventennio precedente. In una città come Firenze, nel mese di maggio 2022 si sono raggiunti i 36,1 gradi. In estate in Sicilia si sono toccati i 45 gradi. A Torino c’è stato un aumento della mortalità del 70% perché, è bene ricordarlo, di troppo caldo anziani e soggetti fragili possono morire.
A questo punto, invece di battutine e barzellette, servono fatti e serietà, perché neanche le gravissime vicende belliche in corso in Ucraina devono diventare alibi e occasione di continuare a rimandare all’infinito i gravissimi problemi di un pianeta al collasso climatico. Servono politiche climatiche molto più aggressive, di concerto con gli altri Paesi e di ampio respiro, di sicuro impatto. Bisogna smettere di vivacchiare, senza dare mai un valore alla parola prevenzione, anche perché se prevenire è meglio che curare, un cambiamento delle politiche ad hoc consentirebbe importanti risparmi di fondi pubblici, attualmente impiegati quando è ormai troppo tardi e la natura presenta un conto spesso salato.
La siccità, per fare un esempio, ha determinato un grave calo della produzione di energia idroelettrica, dato che la produzione ha dovuto fare i conti con livelli risibili di riempimento degli invasi, ai minimi storici rispetto ai rilievi degli ultimi 50 anni. Legambiente ha chiesto al Governo Meloni non canzoncine o barzellette, ma iniziative utili e concrete: l’approvazione di nuove risorse per il Piano di adeguamento climatico, l’aggiornamento del Pniec (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) da armonizzare con gli obiettivi di riduzione dei gas climalteranti del REPowerEU, ulteriori semplificazioni per le energie rinnovabili col repowering degli impianti eolici esistenti, linee guida aggiornate per le Soprintendenze.
Cos’altro deve succedere perché i governanti prendano finalmente coscienza che non c’è più tempo da perdere? Il pianeta si sta ribellando all’uomo e a tutti i suoi errori. Forse non ci pensiamo, ma abbiamo solo un posto dove vivere, che si chiama Terra: non abbiamo altre possibilità al momento. Bisogna riflettere sulle condizioni in cui lo stiamo lasciando alle nuove generazioni. Se le risorse naturali si esauriscono, quelle economiche che tanto ci interessano non serviranno più a nulla, perché ci estingueremo.