In difesa dei bambini. Potrebbe essere il sottotitolo del romanzo di Asmae Dachan, scrittrice e giornalista italo-siriana, Cicatrice su tela, pubblicato da Castelvecchi Editore. A proteggere l’infanzia, abusata e sequestrata per anni, è un siriano. Edward, nome occidentalizzato di un uomo misterioso, è il giustiziere venuto da Aleppo, in Siria. Fuggito durante la guerra, dopo un tenebroso passato speso al servizio di quell’apparato parastatale che ha depredato le ricchezze del paese, approda a Firenze grazie all’amicizia con un compratore d’arte, Tiziano – anche questi con un passato oscuro alle spalle.

Il loro sodalizio è firmato con il sangue delle loro vittime: tutte carnefici di bambini innocenti. Cercano giustizia, una giustizia universale, in nome di un dolore comune e differente per le modalità in cui ne sono stati toccati. Ma è questo misterioso siriano, coperto di cicatrici, possente nella sua struttura fisica e colto, a rappresentare il paradosso, in quanto arriva da uno dei cosiddetti paesi del terzo mondo. Paesi vittime di terrorismo e di guerre fratricide, nei quali spesso manca qualsiasi tipo di giustizia. E’ lui, Edward, a divenire l’angelo giustiziere di una Siria che vorrebbe solo giustizia e, non potendola avere a casa, la cerca altrove.

Ma quando il terrore e il dolore si incontrano con l’amore, cosa succede? E’ l’incognita che Amelia, vera vittima di tutta questa storia, inaspettata e raccontata con maestria sorprendente da Asmae, incarna nella sua figura esile: marchiata dalle torture inflitte da una rete di pedofili. Perchè quando si incontrano, lei e Edward, il desiderio di far giustizia aumenta di pari passo a quello dell’amore. E la forza piu’ potente, l’unica capace di scacciare gli incubi della sofferenze, dei bambini o dei grandi, è quella di una carezza su di un petto ferito. L’amore vince sempre, lenisce qualsiasi cicatrice.

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