Almeno non si potrà dire che associazioni e movimenti interessati alla tutela dell’ambiente non abbiano provato in tutti i modi a fermare la realizzazione della pista da bob olimpica a Cortina e che non abbiano cercato il conforto del Comitato olimpico internazionale. È proprio al Cio che si è rivolta Cipra, la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi, chiedendo spiegazioni sulle criticità economiche, ambientali e realizzative che accompagnano il rifacimento totale della Eugenio Monti, la struttura realizzata per le Olimpiadi del 1956 che è stata dismessa una quindicina d’anni fa. La risposta del Cio è arrivata e attribuisce, senza equivoci, le responsabilità per la decisione di costruire una pista nuova esclusivamente all’Italia.

Scrive Cipra: “A fine di marzo 2023 il Cio ha risposto tramite lettera alle richieste critiche formulate dalla Cipra. Ciò che appare più importante è la dichiarazione inequivocabile del Cio di non aver mai richiesto la costruzione di un nuovo impianto per il bob a Cortina”. La dichiarazione non è nuova, nel senso che già a fine 2021 il presidente Thomas Bach aveva scritto al presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia, sottolineando l’inutilità di un impianto, visto che già ce ne sono in Europa e sono in grado di far fronte alle richieste dei non numerosi atleti che praticano il bob, lo slittino e lo skeleton. Ma Zaia aveva continuato imperterrito sostenendo il progetto. Adesso il Cio ribadisce le stesse affermazioni: “Nel caso della pista di Cortina, la nostra posizione è che non sia necessario costruire nuove piste di bob nell’ambito di un progetto di Giochi Olimpici Invernali e che dovrebbe essere utilizzata una struttura esistente nella regione o in un altro Paese”.

Cipra aggiunge: “Per quanto riguarda la decisione di costruire un nuovo impianto a Cortina, il Cio sottolinea di essere semplicemente stato messo di fronte al fatto compiuto e che ‘Una volta costruito – indipendentemente dalla valutazione del Cio – sarebbe irragionevole non utilizzarlo’”. Situazione paradossale. Il Cio ha detto di non volere nuove piste. L’Italia ha ribadito che la pista la pagheranno gli italiani, anche se in un primo tempo avrebbero dovuto essere i veneti, ma poi il governo Draghi si è assunto in proprio tutto l’onere. A quel punto il Cio ha concluso che, visto che la pista c’è, sarebbe sciocco non utilizzarla.

Il fatto è che la pista non c’è ancora, visto che sono appena iniziati i lavori di smantellamento del vecchio manufatto. Per questo Cipra formula una richiesta, che tiene presente come nella vicina Austria esista un impianto funzionante, che è in corso di ammodernamento. “Nell’interesse della popolazione locale e dell’ambiente naturale, che è sempre gravemente colpito dai Giochi invernali, la Cipra invita quindi il Comitato organizzatore dei Giochi di Milano Cortina 2026 a chiedere ai gestori della pista di bob di Igls, nei pressi di Innsbruck, di formulare un’offerta per organizzare le gare di bob del 2026 su quella pista. Rifiutarsi di formulare una richiesta alla città di Innsbruck sarebbe prova di scarsa professionalità e dell’imminente insensato sperpero di denaro pubblico per un nuovo impianto i cui costi stimati vengono costantemente rivisti al rialzo e che ammontano già ad oltre cento milioni di euro”. Ci sono anche i dubbi sul rispetto del cronoprogramma. “Appare poco realistico che la nuova pista da bob di Cortina possa essere realizzata in tempo. La pista olimpica dovrebbe infatti essere pronta per la stagione invernale 2024/25, per poter essere testata in occasione delle gare di Coppa del Mondo”.

Secondo Cipra si è ancora in tempo per fermare lo spreco di denaro e di territorio. “Ottenere un’offerta in questo momento è fondamentale, in quanto la città di Innsbruck si è recentemente impegnata a ristrutturare l’impianto prima dei Giochi invernali del 2026, con dei costi stimati di soli 27 milioni di euro. Solo ottenendo un’offerta, gli organizzatori dei Giochi invernali Milano Cortina 2026 potranno avere una solida base di partenza per valutare tra l’ipotesi di una nuova costruzione a Cortina e l’utilizzo temporaneo dell’impianto esistente di Igls”. Una soluzione utile da molti punti di vista, secondo Cipra: certezza di avere una pista per i Giochi, risparmio di decine di milioni di euro, tutela dei bilanci comunali (Cortina) e regionali (Veneto) a fronte di nuovi possibili debiti, niente rischio di “cattedrali nel deserto” abbandonate dopo pochi anni. Conclusione di Cipra: “Il denaro risparmiato potrebbe essere destinato ad altri investimenti più sensati nell’area di Cortina, con benefici per il turismo sostenibile e a lungo termine”.

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