Per la discoteca Pineta di Milano Marittima l’apertura è corsa contro il tempo. E c’è pure l’incognita Roberto Cavalli. Le cronache dei quotidiani locali hanno ricostruito quello che è accaduto nelle scorse ore. In pratica il 3 aprile il giudice Pietro Baronio del tribunale di Ravenna ha convalidato lo sfratto dell’azienda per 142 mila euro di canoni non pagati (era la richiesta della Romagna srl, proprietaria dei muri) disponendo altresì la riconsegna dell’immobile libero da persone e cose per il 15 di aprile 2023. Il 3 marzo scorso il tribunale ordinario di Ravenna aveva posto i sigilli alla nota discoteca vip, cambiando le serrature e sequestrando il locale.
Come scrive il Corriere di Bologna “nel 2022 era fallita la società Andromeda che gestiva il locale, amministrata da un imprenditore 42enne originario di Arezzo, Marco Amadori, che nel marzo di quell’anno l’aveva ceduta alla milanese Hdp22 da lui amministrata. In sintesi, aveva ceduto il locale a se stesso, motivo per cui si è arrivati al sequestro. La società ha poi accumulato 142 mila euro di arretrati d’affitto, rispetto al canone annuale di 350 mila euro”. Il curatore della liquidazione giudiziale, dottor Colatorti, ha così cercato un nuovo gestore.
Il 29 marzo ecco l’asta con la partecipazione di ben sei gruppi emiliano romagnoli e toscani. Tra questi l’ha spuntata, aggiudicandosi la possibilità di firmare il contratto d’affitto per il Pineta, la Freedom srl, che fa capo allo stilista Roberto Cavalli. Quest’ultimo ha comunque voluto precisare al Resto del Carlino che la Freedom srl, di cui è amministratore, “non è parte di alcun ’gruppo Roberto Cavalli’, né tantomeno è in alcun modo collegata con la casa di moda Roberto Cavalli s.p.a.”. Insomma se si vuole riaprire il locale tempio di veline, calciatori e star dello spettacolo, entro Pasqua la società che lo farà dovrà proporsi alla Romagna Srl per garantirsi un nuovo contratto di locazione.
“Può essere che la società legata allo stilista milanese Cavalli si sia già presentata alla proprietà dell’immobile – chiosa il Corriere – Ma non è da escludersi che anche le altre imprese interessate durante l’asta, o altre ancora, possano farsi avanti. Di certo è che, a questo punto, la riapertura in tempi record per Pasqua, pare improbabile”. Infine ci permettiamo di segnalare che le vicissitudini giudiziarie sembrano andare di pari passo con un appeal del locale che non è più quello dei tempi d’oro. Basta fare una carrellata su Tripadvisor dove il Pineta raccoglie giudizi tra lo “scarso” e il “pessimo” tante quante tra l’ “eccellente” e il “molto buono”. Insomma la risalita del Pineta sembra davvero un lavoraccio per chi ha solo buone intenzioni e spirito di sacrificio.