Per la seconda volta in poche settimane una manifestazione con oltre 500 mezzi di imprese edili della provincia di Genova e 1.500 operai hanno bloccato la città attraversandola in corteo. “I provvedimenti del Governo sono solo palliativi – si sfoga Carlo De Romedis, fornitore delle imprese edili e tra gli animatori dell’iniziativa – Giorgetti deve capire chi le aziende stanno davvero fallendo ed è necessario intervenire per sbloccare la cessione dei crediti fiscali”. La città è stata paralizzata per tutta la mattinata dai tre cortei composti dai mezzi degli edili che hanno raggiunto a passo d’uomo la Prefettura, per poi fermarsi a in piazza Corvetto bloccando una delle arterie principali del traffico cittadino fino al primo pomeriggio.

Nel comunicato del coordinamento spontaneo di imprese edili “Basta crediti incagliati“, che rispetto al primo corteo dello scorso 21 marzo ha incassato il sostegno delle associazioni di categoria Confapi e di Ascomed, gli organizzatori quantificano nella sola Liguria circa 5.500 posti di lavoro. “A rischio a causa dei crediti incagliati -spiegano – abbiamo creduto allo Stato e adesso rischiamo di finire per strada”. Dal canto suo il presidente della Regione Giovanni Toti, ha ritenuto opportuno stigmatizzare le forme della protesta: “Bloccare una città non è una soluzione e, anzi, trasforma una ragione in un torto – ha scritto – Chi vuole solidarietà deve avere la stessa solidarietà per le vite altrui”. Secca la reazione degli imprenditori edili e degli operai, ancora per le strade della città: “Noi, cittadini liguri, in ginocchio, abbiamo bisogno del supporto e della solidarietà del nostro presidente per riuscire a difendere il nostro lavoro” hanno scritto sui propri canali ufficiali, mentre più direttamente, dalla piazza, veniva invitato dai manifestanti a “trasferirsi” in Francia.

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