Scontro acceso a Otto e mezzo (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio e Italo Bocchino, ex parlamentare del Pdl e direttore editoriale del Secolo d’Italia, sulla politica estera di Giorgia Meloni.
Bocchino dissente da Travaglio, secondo cui la presidente del Consiglio è troppo servile nei confronti degli Usa : “È normale che il presidente del Consiglio italiano abbia un rapporto col presidente degli Usa, di qualsiasi partito esso sia, in un asse preferenziale di antica alleanza tra i due paesi”.
Travaglio osserva: “Non è affatto così. Noi con Draghi e con la Meloni abbiamo i due governi più servili nei confronti degli Usa. Ricordo a Bocchino che ci sono stati presidenti del Consiglio che hanno avuto degli scontri forsennati con gli Usa – continua – da Craxi a Sigonella, a Prodi che era sospettato di avere un’eccessiva amicizia coi cinesi e addirittura coi russi, fino a Conte che disse di no a Trump quando firmò gli accordi sulla Via della Seta coi cinesi e non riconobbe il golpista Guaidò come presidente del Venezuela“.
Bocchino insorge: “Ma ti sei dimenticato quando Trump chiamò Conte ‘il mio amico Giuseppi‘?”.
“Quello è folclore – risponde Travaglio – Poi ci fu la Via della Seta, tant’è che voi lo accusaste di essere filocinese, filorusso e contemporaneamente filo-trumpiano, quando semplicemente continuava la politica multilaterale che ha sempre avuto l’Italia, alleata degli americani, ma che guardava verso Est per la sua collocazione”.
Il direttore del Fatto cita poi la Francia ai tempi della guerra in Iraq, quando il ministro degli Esteri Dominique de Villepin nel 2003 si oppose con fermezza agli Usa, beccandosi minacce di vendetta dal segretario di Stato americano Colin Powell: “La Francia è un paese della Nato, eppure non partecipò a quella guerra criminale. Quello è il modo di stare nella Nato”.
Bocchino ribatte: “Per me il governo più servile nei confronti degli Usa è stato quello di Giuseppe Conte, tanto che chiede un endorsement a Trump, il quale, conoscendolo poco, disse ‘Il mio amico Giuseppi’. Che cosa ha fatto di filoamericano la Meloni fino ad ora? Una sola cosa: si è schierata dalla parte dei bambini ucraini per dargli la possibilità di difendersi dall’invasore russo”.
“Sì, certo – replica Travaglio – si è schierata dalla parte dei bambini ucraini per farli ammazzare di più con le armi che mandiamo”.
“Tu stai con l’aggressore, io con l’aggredito“, rincara Bocchino.
“Io sono per la pace e per un negoziato, è una cosa diversa“, ribatte Travaglio.
“E allora vai a fare tu il negoziato – rilancia Bocchino – Putin ti sta aspettando”.
Il direttore del Fatto risponde: “Per l’aggressore c’era la Meloni fino a 2 mesi prima che diventasse presidente del Consiglio. Per anni ha detto che bisognava togliere le sanzioni a Putin, che aveva già invaso la Crimea, la Georgia, la Cecenia e chi più ne ha, più ne metta. Quindi, pulisciti la bocca. Io non sto con nessun aggressore. Io non ho mai scritto nessuna parola a favore di Putin, a differenza della Meloni, di Salvini e di Berlusconi“.