A ridosso della Pasqua aumentano i trasporti di animali vivi, in particolare di agnelli di poche settimane trasportati dall’Est Europa ai macelli italiani con viaggi che durano tra le 24 e le 30 ore di fila.

Anche quest’anno il team investigativo di Essere Animali ha seguito da vicino questo fenomeno, riscontrando numerose problematiche su 7 camion di più piani che arrivavano da Romania, Ungheria e Slovacchia – 6 di questi camion sono stati sanzionati dalle forze dell’ordine. In uno dei casi che abbiamo riscontrato il camion presentava una situazione di gravissimo sovraffollamento, con oltre 200 animali in più rispetto al carico previsto. A causa di queste condizioni, gli agnelli si calpestavano fra loro.

Tre animali non erano più in condizioni di proseguire il viaggio e per questo le autorità sanitarie italiane hanno deciso di abbatterli sul posto. Uno degli agnelli era rimasto incastrato con una delle zampe nelle partizioni del camion durante le fasi di carico alla partenza: si tratta di un fatto molto grave, su cui il trasportatore non ha vigilato adeguatamente e che dopo 14 ore di viaggio ha concorso alla tragica fine dell’animale.

Tutto questo è finito in Parlamento nella giornata di mercoledì, durante il Question Time del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che ha dovuto rispondere alla deputata Eleonora Evi di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha presentato un’interrogazione diretta al ministro proprio per evidenziare le drammatiche problematiche che ancora affliggono i trasporti di animali, in particolare quelli su lunga distanza.

Incalzato sulla revisione del Regolamento europeo sul trasporto di animali vivi, il ministro Lollobrigida ha confermato che le norme europee vanno cambiate perché hanno mostrato gravi lacune nella tutela del benessere degli animali, ma si è spinto oltre. Ha anche affermato che – a differenza di quanto detto in precedenza – l’Italia non sostiene una proposta avanzata in sede europea dal Portogallo e altri paesi, una nota informativa, fortemente contestata da molti altri paesi membri, che di fatto ripropone lo status quo e chiede di “continuare a facilitare il commercio intracomunitario e l’esportazione di animali vivi, senza concentrarsi su misure volte a vietare o limitare alcuni tipi di trasporto”.

Di fronte alla situazione gravissima dei trasporti di animali, prendiamo atto di un possibile cambio di posizione da parte dell’Italia, fino ad oggi ambigua nelle sue posizioni a livello europeo e non certo apertamente schierata contro il mantenimento dello status quo, a differenza di molti altri Stati Ue.

Ci aspettiamo di vedere dunque, in coerenza con quanto espresso dal ministro, il nostro paese schierato tra quei paesi che interpretano un ruolo proattivo a livello europeo a sostegno di posizioni ambiziose e coraggiose per dotare l’Ue di un regolamento sui trasporti che metta seriamente al centro il benessere degli animali, a partire dall’ascolto delle raccomandazioni scientifiche, dalla forte riduzione delle ore di viaggio, dal divieto di lunghi viaggi e l’esportazione extra-Ue, dal divieto di trasportare animali non svezzati fino alla creazione delle condizioni per una transizione verso il trasporto di carne, carcasse e materiale genetico al posto di animali vivi, una posizione sposata anche dall’On. Eleonora Evi e dal Gruppo di Europa Verde.

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