di Alessio Andreoli

In questi giorni stiamo assistendo ad uno dei più notevoli esercizi di ipocrisia e manipolazione dell’informazione mai visti negli ultimi decenni. Tutti, ma proprio tutti a dichiarare solidarietà e auguri al nobile malato, avversari politici e non solo politici, sostenitori e detrattori interni ed esterni, tutti pronti a raccogliere l’eredità politica del paziente, vecchi e nuovi nemici più o meno dichiarati che pubblicano sui social il loro dispiacere per l’evento. I talk show televisivi, che ci accompagnano per l’intera giornata, ogni dieci minuti si collegano con l’inviato di turno che per l’occasione bivacca giorno e notte davanti al San Raffaele a Milano per informarci con notizie più supposte che verificate sullo stato di salute dell’ex premier.

Con il binocolo, visto il riserbo che ovatta e avvolge il ricovero di Silvio Berlusconi, i cronisti scrutano le finestre dell’ospedale nella speranza di cogliere qualche cosa che possa costituire un’esclusiva, che so, Silvio alla finestra? O Berlusconi che fa la linguaccia? O magari Zangrillo che ausculta la superba schiena del magnifico ex presidente del Consiglio? Sorvegliano gli accessi all’ospedale per riuscire magari a strappare a qualche infermiere/a dalla bocca scucita in cerca di protagonismo qualche esclusiva notizia o qualche bel pettegolezzo.

Anche il fatto che si sia atteso tanto ad emettere un bollettino medico sembra quasi studiato appositamente per tenere alta l’attenzione; e a farlo ci pensano i fedeli del partito raccontando, ad esempio, della telefonata fatta dal letto della terapia intensiva per accertarsi che i lavori parlamentari procedessero come precedentemente concordato o di come Berlusconi avesse intensamente lavorato fino a poche ore dall’inaspettato ricovero, inaspettato perché aveva appena superato brillantemente una lunga visita di controllo che lo ha tenuto occupato qualche giorno le scorse settimane. Probabilmente Silvio per telefonare avrà sicuramente ed eroicamente tolto la mascherina dell’ossigeno che sembra lo accompagni dal momento del ricovero e di questo presto si vanterà in qualche dichiarazione post ricovero.

Tutto questo mi infastidisce molto e non posso che pensare ad un mio caro amico che doveva urgentemente operarsi alla prostata, non poteva più tirare avanti in quanto già dotato di catetere in via permanente. Gli è stato dato appuntamento per l’intervento a più di un anno di distanza, vista l’urgenza ha dovuto mettere mano ai pochi risparmi e con qualche migliaio di euro in pochissime settimane, con ricovero da privato, è stato sottoposto all’operazione. Mi viene in mente un altro conoscente a cui è stata diagnosticata la cataratta in entrambi gli occhi: prenotato l’intervento, sarà fra quasi due anni, se nel frattempo vuole comunque operarsi per un peggioramento della vista deve mettere mano al portafoglio e anche lui con qualche migliaio di euro in poche settimane riuscirebbe a risolvere.

Potrei scrivere di altri vergognosi episodi ma mi fermo qua perché, per chi vuole aggiornarsi sullo stato della sanità pubblica, le cronache sono piene di episodi di vergognosa malasanità. Ecco perché non mi interessa lo stato di salute di un ricco privilegiato con cui non ho niente da spartire se non le malefiche conseguenze di quando ha, malauguratamente, governato l’Italia. Comunque andrà a finire, Silvio Berlusconi era, è e resta un privilegiato e dal mio punto di vista non certo per meriti acquisiti.

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