È passato ormai più di un anno dal ritiro di Sonny Colbrelli, costretto a lasciare il ciclismo professionistico a 32 anni: il motivo è legato all’arresto cardiaco accusato dopo il taglio del traguardo alla prima tappa della Volta a Catalunya. Da quel 21 marzo 2022, “il Cobra” è stato costretto a cambiare stile di vita e ne ha parlato a Eurosport, in un’intervista andata in onda giovedì all’interno del programma “Power of Sport”.
Il vincitore della Parigi-Roubaix 2021 ha analizzato il nuovo capitolo della sua vita dopo il ritiro: “È cambiato tanto in questi mesi. L’anno scorso”, spiega l’ex ciclista bresciano, “nelle prime classiche a partire da Omloop ero in Belgio con i miei compagni pronto a disputare una stagione importante dopo un 2021 in cui avevo vinto campionato italiano e Roubaix. La vita è cambiata, ma l’importante è che io sia qua, con la mia famiglia, con gli amici, con la mia squadra che mi è sempre stata vicino. Però non è nemmeno facile vedere i corridori in strada e mentre io sono in macchina”. Un ritiro non graduale, bensì molto rapido e obbligato nel suo caso: “Quando un corridore chiude la carriera è preparato mentalmente. Con me è accaduto tutto all’improvviso e non ero preparato. E anche adesso che è passato un anno è difficile pensare che non sono più in mezzo al gruppo. Con l’aiuto di varie persone, amici e anche della mia mental coach sto superando questo momento”.
Sonny Colbrelli non ha abbandonato il mondo del ciclismo ed è rimasto in contatto con il Bahrain Victorious, team con il quale gareggiava prima di ritirarsi: “Con la Bahrain ora sono ambasciatore e in alcune corse faccio il direttore sportivo. Sicuramente è un ruolo molto diverso da quello che avevo prima, ma piano piano mi sto inserendo. Sto anche cercando di dare qualche consiglio ai giovani, specialmente nelle Classiche del Nord dove potevo dire la mia. Un ruolo che col tempo sto capendo, mi sto facendo aiutare dai vari direttori sportivi”.