Bagarre durante la seduta di mercoledì 5 aprile dell’Assemblea regionale dell’Emilia Romagna. Motivo del scontro il modo in cui il consigliere leghista Michele Facci si è rivolto alla collega dei 5 stelle Silvia Piccinini. Facci infatti ha interrotto il suo intervento e ha urlato “stai zitta” alla collega, che, a suo dire, lo disturbava e non gli permetteva di parlare. “Stai zitta, prendi la parola e parla dopo. Sei qui che mi urli nelle orecchie” ha aggiunto. Facci è stato immediatamente ripreso dalla vicepresidente dell’Assemblea Silvia Zamboni: “Non si può dire a una collega di stare zitta. Deve chiedere alla presidenza di intervenire. Lei con questo insulto chiude il suo intervento”.

La vicenda non si è chiusa con la seduta. Parlando con la stampa locale, Piccinini ha accusato Facci di aver avuto atteggiamenti “machisti e sessisti” dicendole di tacere con “tono minaccioso” durante il dibattito dell’Aula. “Un brutto episodio, purtroppo non isolato” lo ha definito Stefania Ascari, deputata del Movimento 5 stelle e componente della commissione Giustizia. Episodio che “va oltre la semplice maleducazione, sia perché avviene in un luogo istituzionale dove il dibattito libero e civile è sacrosanto sia perché rivelatore del solito ammuffito sessismo di uomini che faticano ad accettare le opinioni delle donne e vorrebbero rimetterle al proprio posto”. Solidarietà è arrivata anche dal Pd e in particolare dalla capogruppo in Regione Marcella Zappaterra. La Lega ha invece respinto le accuse facendo quadrato intorno al consigliere: “Alle donne, soprattutto se disturbano, viene concessa una corsia preferenziale come fossero categorie protette

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