Andrea Papi, un runner di 26 anni che nella giornata di mercoledì 5 aprile non aveva fatto rientro a casa, è stato trovato morto in un bosco della val di Sole. Il corpo è stato rinvenuto alle 3 di notte sotto il ciglio di una strada forestale in località Contre – ai piedi di malga Grum – seguendo la traccia di uno dei due cani molecolari. I carabinieri, la scientifica e le autorità investigative stanno effettuando i rilievi, operazione che sta coinvolgendo anche i forestali della Provincia. Si ipotizza un’aggressione da parte di un animale selvatico di grossa taglia, probabilmente un orso. Sul posto si è recato anche il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti assieme al dirigente della protezione civile Raffaele De Col.
Il ragazzo era uscito di casa nel pomeriggio per l’abituale sessione di allentamento, dirigendosi sopra l’abitato di Caldes. Il mancato rientro a casa ha messo in allarme la compagna, che ha segnalato l’accaduto alle forze dell’ordine. Le ricerche sono iniziate in serata da parte dei carabinieri della compagnia di Cles, con le unità cinofile e i vigili del fuoco volontari della zona. Nella notte la scoperta del corpo grazie ai cani molecolari. Sarà l’autopsia, disposta dall’autorità giudiziaria, a stabilire la causa della morte.
Un mese fa un orso aveva aggredito un escursionista nei pressi di malga Mandriole, in val di Rabbi, che si trova a pochi chilometri di distanza da Cades. Claudio Cia, capogruppo di Fdi in Consiglio nella Provincia autonoma di Trento, ha chiamato in causa la “linea irrazionale dei fondamentalisti, quella di chi pensa che l’orso valga più dell’essere umano e che pertanto sono disposti a vedere un uomo morto”. Secondo i primi rilievi, scrive, “sembrerebbe che il giovane sia stato aggredito sulla strada, trascinato nel bosco e, una volta lì, sventrato. Fatto questo che, se verificato, rappresenterebbe un dettaglio agghiacciante. Dispiace, in queste occasioni, ribadire come il sottoscritto sia stato facile premonitore di un avvenimento condizionato dall’impossibilità – dovuta al bisticcio di competenze tra Stato e Provincia autonoma di Trento – di gestire il problema della convivenza dell’uomo con i grandi carnivori in un piccolo territorio di montagna come il nostro”.