Forza Italia può sopravvivere dopo Silvio Berlusconi? “Direi proprio di no“. Chi parla conosce bene il partito e il suo fondatore: Elio Vito, napoletano classe 1960, deputato azzurro per otto legislature, è stato uno dei più fidati colonnelli dell’uomo di Arcore, prima da capogruppo (2001-2008) e poi da ministro per i Rapporti con il Parlamento (2008-2011), e in quanto tale alfiere del suo verbo fatto di leggi ad personam e attacchi ai giudici. Da qualche anno, però, ha avuto una folgorazione e ha scelto di dedicarsi anima e corpo alla causa dei diritti Lgbt+ e della moralità della politica, allontanandosi dalle posizioni del gruppo fino a uscirne – dimettendosi da parlamentare – nel luglio scorso. A ottobre si è iscritto ai Radicali italiani, il partito in cui aveva iniziato la militanza negli anni Settanta.

Lei dice che Forza Italia senza Berlusconi è finita. Ma qualunque sia l’esito del ricovero, è difficile che torni a fare politica in prima persona…

Non sono d’accordo, la politica è la cosa che Silvio Berlusconi può più agevolmente continuare a fare adesso e che farà. Attraverso telefonate, video, messaggi. Del resto, da tempo ha smesso di farla attraverso i comizi, che ormai fanno in pochi. Anzi, potrà capitalizzare l’ondata di emozione e di commozione che la notizia della sua malattia e del suo ricovero ha comprensibilmente suscitato. Quale avversario politico si permetterebbe (a parte l’odio social ma quello colpisce tutti) ora di criticarlo, di attaccarlo? Può utilizzare questa occasione, mi auguro, per apparire, persino provare ad essere, più ecumenico e meno di parte.

E se invece non ce la dovesse fare? Vede qualcuno in grado di riportare il partito ai fasti del 1994?

No. Il personale politico di Forza Italia è davvero scadente, interessato solo a se stesso, ma riportare Forza Italia ai fasti del 1994 sarebbe un’impresa impossibile anche per il miglior Silvio Berlusconi.

Come cambieranno gli equilibri interni in uno scenario post-Berlusconi? Riconquisteranno spazio i liberali a scapito del “cerchio magico”?

In realtà, questa, come quella tra falchi e colombe, è sempre stata solo una distinzione giornalistica, una narrazione che spesso ha alimentato lo stesso Berlusconi. Forza Italia è sempre stata solo Berlusconi e ha sempre fatto, inevitabilmente, quello che Berlusconi ha voluto. Comunque, di liberale ora il partito ha davvero ben poco. E di magico i cerchi intorno a Berlusconi non hanno mai avuto nulla.

Un’uscita di scena di Berlusconi sarebbe un bene per la politica italiana?

Sarebbe un problema solo per Meloni. Per Forza Italia la questione di una successione non si pone nemmeno: semmai, piuttosto, si porrà quella di una dismissione. Anzi, credo si stia pensando da un po’ di tempo, ma evidentemente non si sono trovate ancora le soluzioni adatte: è naufragata sia l’idea di un partito unico del centrodestra, sia quella di una fusione o federazione con la Lega.

Ha conservato un rapporto con lui?

No, francamente non vedo, reciprocamente, il motivo per farlo.

Quando l’ha sentito l’ultima volta?

Un anno fa, quando feci un pesce d’aprile su Twitter annunciando l’uscita da Forza Italia e il passaggio al Pd. Le agenzie abboccarono per ore. Quando poi si capì che era uno scherzo mi chiamò: “Lo sai che ero molto dispiaciuto. Meno male che sei dei nostri. Bentornato”, mi disse.

Si è pentito di avergli fatto da “scudo umano” all’epoca delle leggi ad personam, della guerra contro i giudici, di Ruby nipote di Mubarak?

Io mi sono pentito solo delle cose che non ho fatto. Vado fiero invece di tutto quello che ho fatto.

Se Forza Italia scompare, dove andranno i suoi elettori? Verso Renzi o verso Salvini e Meloni?

Gli elettori sono in gran parte già andati via. I parlamentari e i dirigenti, che come ho detto prima pensano solo a sè stessi, andranno da Meloni, da Salvini e da Renzi. Diciamo un terzo, un terzo e un terzo, per non dispiacere nessuno.

Augurando lunga vita a Berlusconi, ha qualche consiglio da dargli?

Credo che nella vita occorra essere lungimiranti, pensare e guardare al futuro con ottimismo, con speranza. Ma la realtà, purtroppo, contrasta con la speranza e non permette ottimismi: l’Europa sta vivendo la tragedia di una guerra (provocata dall’amico di Berlusconi, Putin), l’Italia è governata da personaggi da operetta, nostalgici, retrivi, intolleranti, reazionari ed il futuro stesso del pianeta è compromesso dal cambiamento climatico. Ecco, Berlusconi, e ciascuno di noi, pensi ancora a come poter dare la speranza di un futuro diverso e migliore.

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