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Emanuela Orlandi, il fratello Pietro sarà ascoltato martedì in Vaticano: “Da Santa Sede volontà di fare chiarezza sulla vicenda”

L'annuncio della convocazione del fratello di Emanuela Orlandi da parte dell'Ufficio del Promotore di Giustizia è arrivato in mattinata

Martedì 11 aprile Pietro Orlandi sarà finalmente ascoltato in Vaticano. L’annuncio della convocazione del fratello di Emanuela Orlandi da parte dell’Ufficio del Promotore di Giustizia è arrivato in mattinata, con un comunicato del portavoce della Santa Sede Matteo Bruni: secondo quanto si legge, l’incontro con Alessandro Diddi è stato richiesto da Pietro Orlandi, “che sarà accompagnato dal proprio avvocato, al fine di rendere proprie dichiarazioni e offrire eventuali informazioni in suo possesso nell’ambito del fascicolo aperto dal promotore di Giustizia Vaticano a gennaio di quest’anno, a seguito di alcune recenti dichiarazioni sulla scomparsa della sorella”. L’Ufficio del Promotore conferma quindi “la volontà della Santa Sede di fare chiarezza sulla vicenda, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Pietro Orlandi, intraprendendo ogni azione possibile al fine di giungere ad una ricostruzione accurata degli eventi, per quanto di propria competenza”, conclude la nota.

Da parte sua, la famiglia Orlandi – attraverso il legale Laura Sgrò – dà voce alla propria soddisfazione: “Siamo contenti. Sono anni – osserva all’Adnkronos l’avvocato che sarà con il fratello di Emanuela, Pietro, all’incontro col pm Vaticano – che chiedevamo di poterci incontrare anche nello spirito di Sua Santità che ci aveva invitato a rivolgerci al Promotore di giustizia . Speriamo sia un momento di condivisione fruttuoso, di ricerca della verità”. Il riferimento è alla pista londinese? “Noi – dice l’avvocato Sgrò – porteremo al Promotore tutte le informazioni che abbiamo nell’intento di condividerle. Speriamo e crediamo nella volontà del Papa di fare chiarezza. Noi siamo a disposizione dell’ufficio del Promotore nella chiara ottica collaborativa. L’intento è quello di riportare Emanuela a casa, viva o morta. Dopo 40 anni deve tornare a casa”. Certamente, annota il legale della famiglia Orlandi, “se il Promotore si pronuncia in una certa maniera, lo fa perché c’è la volontà che ha ricevuto dal Papa. Nessuno si azzarderebbe mai ad attribuire al Papa pubblicamente parole che non sono sue. E’ un momento in cui abbiamo fiducia. Il nostro intento è quello di una collaborazione fruttuosa . Noi non ce l’abbiamo con nessuno, vogliamo solo la verità, che si può ricercare con il nostro lavoro e il lavoro attento degli inquirenti”.