di Michele Sanfilippo
Le radici politiche di Fratelli d’Italia affondano senza alcun dubbio nel Movimento Sociale di Giorgio Almirante. Semplificando possiamo dire che entrambi sono stati partiti di destra con una forte caratterizzazione sociale e legalitaria. Una destra, quindi, teoricamente molto diversa da quella guidata da Berlusconi dal ’94 ad oggi.
Io non ho mai avuto una gran simpatia per le idee di destra, ma dopo la clamorosa vittoria del partito di Giorgia Meloni alle ultime elezioni politiche avevo sperato che dal suo governo, ancorché appoggiato da Berlusconi e Salvini, potesse scaturire almeno qualche piccolo barlume di politiche coerente con la tradizione della destra sociale e legalitaria a cui si ispira Fratelli d’Italia.
Proviamo a fare un breve elenco delle misure più eclatanti di questo governo:
• attacchi a testa bassa del ministro della Giustizia nei confronti della magistratura;
• affossamento a breve termine del Reddito di Cittadinanza;
• riforma del sistema degli appalti che per oltre il 98% verranno assegnati senza gara in un paese in cui, come tutti sanno, la criminalità organizzata spadroneggia da sempre;
• un riforma del fisco che oltre a favorire i più ricchi promette impunità per chi evaderà il fisco.
Altro che destra sociale e rigore legalitario! Hanno tentato di gettare un po’ di fumo negli occhi agli amanti del “law and order” e della famiglia, varando due misure che tutta l’umanità aspettava:
• una legge contro i frequentatori dei rave party (un problema endemico sentito da tutta la società);
• una che colpisce quei pericolosissimi omosessuali che pensano di poter adottare un bambino impunemente.
Ma nonostante questi penosi tentativi di rassicurare l’elettorato più conservatore a me sembra che durante questi primi mesi del governo Meloni la destra stia dando corpo alla solita formula berlusconiana che include tanto neoliberismo (flat tax e blocco del reddito di cittadinanza), continui attacchi alla magistratura e richiesta d’impunità per tutti quei poveri imprenditori a cui vengono sottratti con tasse ingiuste tutti quei soldi faticosamente guadagnati e un pizzico di vetero cattolicesimo che, probabilmente, perfino Pio IX troverebbe eccessivo.
L’addio agli antichi principi su cui era nato Fratelli d’Italia è confermato da ulteriori segnali:
• nonostante i richiami al merito non c’è alcuna intenzione di ridare dignità alla scuola pubblica e men che meno alla Sanità;
• il disprezzo della cultura e dell’ambiente. L’Italia si sta distinguendo per appoggiare tutte quelle iniziative che mirano a minare le già esigue iniziative atte a contenere i dilaganti problemi. E dire che un governo conservatore dovrebbe appunto conservare, non contribuire a distruggere.
L’attacco frontale al reddito di cittadinanza è, infine, l’esempio più eclatante che la destra di Meloni è perfettamente innestata su quel pensiero neoliberista che ha contraddistinto tutti i governi degli ultimi trent’anni. Non è difficile, quindi, immaginare che la gran massa di scontenti che alle ultime elezioni politiche hanno votato centro destra in cerca di quella protezione che la sinistra (se la vogliamo chiamare così) non ha saputo dare loro, capiranno che questo governo non farà molto per loro. C’è solo da sperare che prima delle prossime elezioni i disastri non siano irreparabili e che si riesca a formare una coalizione di sinistra (diversa dalle improbabili accozzaglie viste fino ad ora) in grado di dare risposte adeguate al grande il disagio che pervade la nostra società.