Questa volta i giudici hanno dato ragione a Piero Chiambretti: il conduttore ha vinto il secondo round con la Giustizia vedendo accolta la richiesta di dimezzare l’assegno mensile per la figlia Margherita, che passa da 3mila a 1.500 euro al mese. “Non sono né entusiasta né deluso. Queste sono sempre cose difficili, c’è di mezzo una bambina. Non c’è nulla da gioire”, precisa però il conduttore al dorso torinese de La Stampa, commentando la decisione della Corte d’Appello (sezione minori e famiglia), che ha ribaltato la sentenza di primo grado.
PIERO CHIAMBRETTI, I GUADAGNI DIMEZZATI E LA RICHIESTA AL GIUDICE
Lo scorso anno Chiambretti aveva chiesto la modifica dell’accordo con l’ex compagna Federica Laviosa, con cui i dissidi sono da tempo ormai insanabili. Il conduttore aveva infatti presentato ricorso spiegando che le sue entrate personali erano state dimezzate, passando da 55 a 26 mila euro netti al mese. Per quello chiese “la modifica delle condizioni di affidamento e di mantenimento della figlia” Margherita – che dal padre sembra aver ereditato l’ironia e la presenza scenica-, vista di recente nel cast de La tv dei 100 e uno, dove era una dei cento bambini protagonisti dello show di Canale 5. L’esperimento in tre puntate si è chiuso con ascolti deboli e la remota ipotesi che torni nella prossima stagione ma da qui a luglio, quando verranno presentati i nuovi palinsesti, tutto può accadere. I giudici di primo grado nella primavera del 2022 avevano respinto la richiesta. La Corte d’Appello, invece, gli ha dato ragione e l’assegno è stato dimezzato a 1500 euro. “Parametrato alle attuali esigenze della minore”, scrivono i giudici.
L’ASSEGNO PASSA DA 3MILA A 1.500 EURO MA L’EX COMPAGNA NON CI STA
Per Chiambretti si tratta dunque di una “rivincita” ma comunque amara. “Mi rimetto sempre al verdetto della Corte. L’ho fatto all’epoca e lo faccio ora. Non c’è nulla da gioire”, precisa all’indomani del verdetto che ha sancito il dimezzamento della cifra. La distanza con l’ex compagna Federica Laviosa, conosciuta nel 2007 quando Chiambretti conduceva Markette, è siderale e dell’amore durato dieci anni non sembra esserci più traccia. “Tutto questo rancore, e la guerra che ne è scaturita, sono solo frutto dell’odio nei miei confronti. Ma chi ci rimette è la bambina. E lei no, davvero non chiede nulla”, spiega la Laviola a La Stampa, rigettando anche le accuse di aver tenuto per sé parte dei soldi. “Assolutamente no. Ma le pare che mai mi sarei intascata i soldi di mia figlia? Ma che madre sarei? Ho anche presentato gli estratti conti”, precisa. Intanto le sue due avvocatesse stanno valutando il ricorso in Cassazione: l’accordo tra le parti appare più lontano che mai e dunque il terzo round è praticamente certo.