A Sulmona, la città dei confetti, ma anche patria del poeta latino Ovidio, autore delle Metamorfosi, finalmente dovrebbe riaprire la biblioteca comunale. Dopo una chiusura che si prolunga dal sisma che nell’aprile 2009 ha colpito alcuni comuni del pescarese e del teramano e, soprattutto, la provincia de L’Aquila. “Speriamo di rendere nuovamente fruibile la biblioteca e il Liceo classico, a partire dal prossimo anno”, spiega a ilfattoquotidiano.it Rosanna Tuteri, assessore comunale alla Cultura, Turismo e Istruzione. Già perché nel Palazzo dell’ex Collegio dei Gesuiti sono ospitate entrambe le istituzioni. Al piano terra, affacciata su via San Cosimo, c’è la biblioteca, mentre nell’ala su piazza XX Settembre c’è il Liceo classico. Chiuso anch’esso, da 14 anni. Gli studenti spostati in altra sede, i libri lasciati al loro posto. Libri e manoscritti, tra i quali diversi incunaboli ed alcune cinquecentine e seicentine, evidentemente di gran pregio. D’altra parte la biblioteca, fondata nel 1865, comprende il capitale bibliografico proveniente dai conventi dei Riformati di Castel di Sangro e di San Nicola della Forma di Sulmona e i fondi delle biblioteche monastiche dei centri vicini. Un patrimonio collocato in preziose librerie di noce sistemate lungo le pareti di un ambiente con decorazioni in stucco.

I lavori al complesso edilizio sono stati avviati a settembre dello scorso anno. Nonostante il finanziamento di 4.117.211 euro riguardante esclusivamente i lavori di messa in sicurezza sismica sia stato deliberato dal Comitato Interministeriale per la Programmazione economica ad agosto 2015. Così che a gennaio 2016 il presidente della Provincia, Antonio de Crescentiis e l’assessore regionale alle aree interne Andrea Gerosolimo auspicavano che, al più presto, “l’antico e prestigioso Liceo Classico e la biblioteca saranno fruibili”. Non è andata propriamente così. “Si passerà adesso all’adeguamento alle previste prescrizioni, contenute nel parere della Soprintendenza, che comporterà l’impiego di pochissime settimane da parte dell’architetto progettista”, sosteneva a giugno 2020 l’assessore comunale ai Lavori pubblici Salvatore Zavarella, il quale aggiungeva che “dopo il parere del Genio Civile, il prossimo passo sarà l’appalto dei lavori e, se tutto andrà bene, potremo aprire i cantieri entro l’autunno prossimo, dando il via finalmente ai lavori tanto attesi”.

In realtà soltanto nel 2021 si è proceduto con l’appalto dei lavori. Anzi, si è rischiato che lo stanziamento fosse perso. “Non sono stati effettuati tutti i passaggi amministrativi necessari con l’Ufficio Speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere”, spiega a ilfattoquotidiano.it Franco Andrea Casciani, assessore comunale ai lavori Pubblici e alla ricostruzione. “Senza contare il progetto che ha dovuto tener conto delle prescrizioni della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province de L’Aquila e Teramo”. Insomma il recupero della struttura è stato finalmente avviato. Recupero che però non contempla i diversi impianti e neppure i servizi. Alla loro realizzazione dovrebbe provvedere un ulteriore finanziamento di 1,5 milioni di euro da reperire sul bilancio corrente, soldi promessi dalla provincia de L’Aquila. Ma intanto il patrimonio librario deve “essere curato” dalle muffe che la prolungata esposizione all’umidità ha provocato. Ad occuparsene, in un tempo stimato di due mesi, sarà un centro specializzato a Bologna. Dei costi, di 30mila euro, si farà carico il Comune. Non sembra mancare molto alla riapertura della biblioteca (e del Liceo classico), forse. In ogni caso troppo tardi per evitare che la città fosse esclusa dalla selezione di capitale italiana della cultura 2025.

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