Uno dei temi più caldi nel settore del digitale è ChatGpt, un’intelligenza artificiale che dialoga con te come fosse una persona, impara dalle informazioni che gli fornisci e soprattutto sintetizza in modo efficace dati e concetti estrapolati dal web per fornirti risposte e soluzioni verosimili a problemi complessi.
Su Google esegui delle ricerche generiche e speri di trovare singoli contenuti che possano darti una risposta. Su ChatGpt poni delle domande specifiche e lo strumento processa diversi contenuti per restituirti una risposta discorsiva, come te la darebbe un amico fidato e preparato sul tema.
Come forse avrai visto, siamo stati il primo Paese europeo a bloccarlo. Il Garante della Privacy dice che ChatGpt tratta i dati in modo illecito. E per sicurezza ChatGpt è stato spento dall’azienda proprietaria, OpenAI. Questo innanzitutto conferma che siamo un Paese unico. Che tu sia un amante dell’Italia, o un suo grande detrattore, devi ammettere che questo Paese ha dei tratti caratteristici inimitabili. Da un lato facciamo scuola ai nostri vicini di casa in Europa, mostrandogli con quanto rigore applichiamo le regole e teniamo ai nostri dati. Dall’altro siamo maestri nel bypassare le regole, e in Italia ora girano più contenuti su come aggirare il ban che non di spiegazione del fenomeno.
La riflessione che voglio condividere con te è che si può vivere bene anche senza ChatGpt. So che sembra incredibile ma fino a pochi mesi fa questo strumento non esisteva nell’immaginario del 99,9% della popolazione mondiale. Come spesso avviene per le grandi novità, ChatGpt era stato abbracciato da noi professionisti del digitale in modo quasi religioso, cioè acritico.
Mi ci metto anche io in mezzo. Mi ero abituato talmente tanto a usarlo che avevo iniziato a farlo anche per esercizi di scrittura molto semplici. Intendiamoci, non vedo l’ora torni la possibilità di usarne la versione gratuita. Ma disintossicarci per un attimo serve a schiarire le idee.
ChatGpt è uno strumento geniale soprattutto per lavori di copywriting e per raccogliere idee. Accelera il lavoro in modo determinante. Se la calcolatrice ci aiuta coi numeri, ChatGpt lo fa coi ragionamenti.
C’è un però.
Ogni volta che utilizziamo questo, o strumenti simili, accettiamo di disattivare una parte del nostro cervello e decidiamo di attivarne un’altra. Disattiviamo la parte del cervello che processa le informazioni tra loro per trovare una sintesi. E attiviamo quella che elabora domande pertinenti. Entrambe le funzioni sono lecite. Una non è meglio dell’altra. Però è importante capire che il cervello è come la coperta: se tiriamo da una parte scopriamo l’altra, ed esserne consapevoli è importante.
Ti faccio un esempio. Pensa a Google Maps e l’ippocampo. Ogni volta che usiamo un navigatore satellitare, tipo Google Maps, smettiamo di usare una parte del cervello che si chiama ippocampo. Questo diminuisce la nostra capacità autonoma di orientarci nello spazio: è il motivo per cui oggi arriviamo ovunque, ma ci orientiamo di meno.
La stessa cosa accade con ChatGpt. Ogni volta che deponi a questo strumento l’onere di trovare risposta a un tuo problema, accetti l’idea di non risolvere il problema da solo. Se improvvisamente i problemi che gli poni sono troppi, e anche troppo semplici, depotenzi la tua capacità intellettuale di ragionare in autonomia. Diventi dipendente dallo strumento. Come quelli che al liceo si abituano a studiare sempre con un amico. Poi vanno all’università e scoprono che non sanno studiare da soli.
Ricapitolando: ChatGpt è uno strumento geniale, ma tieni il giusto distacco. Sfrutta questo periodo di ban, che speriamo essere temporaneo, per tornare a processare le informazioni con la tua testa.
Ricordati la metafora della calcolatrice che ti ho proposto prima. Se ti chiedo di fare 376 per 816 è giusto che tu usi la calcolatrice. Ma se ti chiedo di fare 5 per 7, e senza calcolatrice non riesci a fare il calcolo in modo immediato, significa che hai sospeso totalmente la tua capacità di calcolo. E questo è un problema. Distingui tra problemi che possono prevedere un intervento della tecnologia, e problemi che è lecito continuare a far risolvere alla tua mente. Mantieni il tuo ruolo nel mondo e ricordati che l’unica cosa che non ti farà sostituire dalle macchine è il tuo cervello. Continua a stimolarlo.