di Michele Sanfilippo
Qualche anno fa Piercamillo Davigo ha scritto un libro dal titolo solo apparentemente molto provocatorio: In Italia violare la legge conviene. Per sommi capi, il libro racconta come in Italia tra i tre livelli di giudizio, condoni, prescrizioni, cavilli giuridici, deliberato depotenziamento degli organi della magistratura e obsolescenza degli strumenti, i processi penali raramente terminino. Circa il 60% dei processi penali non arriva in aula, ossia cade in prescrizione con la logica conseguenza che circa il 60% delle persone che hanno subito un torto non avrà mai giustizia.
Davigo ci racconta, con dovizia di particolari, come la politica, dopo Mani Pulite, invece di fare pulizia al proprio interno, ha cominciato un incessante lavoro di logorio del codice di procedura penale e di depotenziamento degli strumenti adoperati dalla magistratura, per arrivare a rendere quasi incelebrabile il processo penale. Il risultato è che nel nostro paese la certezza della pena non è mai tale.
Ogni tanto, quando si è distratti dai tanti problemi politici o economici del nostro paese, si tende a dimenticare il quadro desolante del nostro sistema giudiziario dipinto da Davigo. Poi, per nostra sfortuna, viene celebrato qualche processo che ci riporta senza sconti all’interno di quel marasma. S’è appena concluso quello di primo grado per il crack della ex Embraco, azienda presso Riva di Chieri nel Torinese, dove gli imputati hanno patteggiato quattro anni di reclusione. Il patteggiamento non prevede un risarcimento per i lavoratori che si erano costituiti parte civile.
Ricordo velocemente su cosa verteva il processo.
Nel gennaio 2018 la Whirlpool aveva deciso di chiudere lo stabilimento di Riva di Chieri della Embraco e di licenziare 517 lavoratori. Il ministero dello Sviluppo Economico aveva selezionato il progetto di Ventures, avvenuto a luglio, che prevedeva il rientro di quasi tutta la forza lavoro con un centinaio di uscite incentivate. Ventures era una società formata da un gruppo israeliano e dalla famiglia Di Bari con il 40 per cento ciascuno. Terzo socio un partner cinese rimasto sempre sulla carta. L’inizio della produzione di robot pulitori di pannelli fotovoltaici era previsto da gennaio 2019, ma non è mai partito. Nel frattempo, sono stati smantellati i macchinari della ex Embraco. Un fondo di 4 milioni, che era stato messo a disposizione di Ventures da Whirlpool per la reindustrializzazione e l’avvio della produzione, è stato utilizzato in modo illecito dai dirigenti dell’azienda che hanno patteggiato.
Faccio presente che con una condanna di 4 anni non si va in prigione neppure per un giorno; eppure, gli ex dipendenti dell’Embraco la loro condanna la scontano tutti i giorni dal 2018.
Insomma, Davigo non ha sicuramente esagerato con il suo titolo e come sempre, in Italia, pagano solo i più deboli. Nel frattempo, il neoministro di Grazia e Giustizia ha deciso che il problema della giustizia siano le troppe intercettazioni telefoniche o la separazione delle carriere dei magistrati.