In un periodo che ormai dura da tempo in cui le novità in campo ambientale sono sempre negative (della serie “no news good news”), una delle rare novità in controtendenza è quella che riguarda i lupi. Non dico che non passa giorno, ma quasi, che amici che vivono in campagna o in montagna segnalano la presenza di questi animali, e talvolta anche dentro la cinta urbana (qui a Torino ad esempio in collina e sull’Isolone Bertolla).

E non sono dei visionari questi amici se diamo retta al “Monitoraggio nazionale del lupo” coordinato dall’Ispra, che è durato ben quattro anni – dal 2018 al 2022 – che ha visto impegnate tremila persone e che ha confermato un aumento sensibile di questo predatore sia sulle Alpi sia sugli Appennini. La stima è di 946 esemplari sulle Alpi e di 2388 sugli Appennini. Con una diffusione molto disomogenea sulle Alpi, dove è presente in misura minima in Lombardia, mentre è molto presente nelle altre regioni, specie Liguria e Piemonte. Sono davvero lontani i tempi (erano gli inizi degli anni Settanta) in cui il lupo era quasi estinto e ben ricordo che si narrava – come fosse una leggenda – lo si fosse avvistato sulle pendici del Monte Fantino, nelle Alpi Liguri.

Ma il bello del lupo è che è sostanzialmente invisibile. Infatti i video che lo ritraggono sono pressoché tutti tratti da videotrappole. Il bello e il fascino di questo animale. Personalmente, se trovo – come le trovo – orme di lupo, mi auguro di non vederlo, anche se magari da lontano mi sta osservando. In un’epoca di video invadenti, di selfie, di montagne di foto sui nostri cellulari, un’epoca in cui niente è lasciato all’immaginazione, quanto è attraente non vederlo o al massimo sentirlo soltanto… Da questo punto di vista è affascinante come ricordava, tempo addietro, il podcast “Nelle tracce del lupo” di Davide Sapienza e Lorenzo Pavolini, perché, essendo un audio, non mostra ma lascia immaginare.

E il lupo sta anche rientrando nell’immaginario collettivo, e all’augurio “in bocca al lupo” spesso ormai si sente rispondere “viva il lupo!”. In fondo, potevo scrivere questo post in qualsiasi momento, ma ho preferito farlo in questo periodo dell’anno che dovrebbe essere un periodo di fratellanza, di immersione nel sacro, anziché nella cioccolata o negli ovetti Kinder. Perché il lupo è anche protagonista di una bella storia: un giorno San Francesco volle incontrare il lupo di Gubbio e…

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