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Rawan, la vera storia della ragazzina affetta da mutismo selettivo che si esprimeva solo con il suo flauto

di Sara Tirrito

La prima volta che lo scrittore e musicologo Alberto P. Rossi l’ha incontrata, Rawan stava quasi sempre zitta. Non parlava con i compagni di scuola, faticava a interagire con gli insegnanti, si pietrificava davanti agli estranei. Ma suonava benissimo il flauto. È questa la scintilla che ha ispirato Rawan, romanzo di formazione edito da Calibano Editore e tratto da una storia vera.

Prende il titolo dal nome della protagonista, una ragazzina di origini egiziane realmente esistita, cresciuta tra Milano e il Cairo. Di lei, Rossi è stato docente di musica quando frequentava la prima media nella scuola araba-bilingue Nagim Mahfuz e ha subito notato una sorta di timidezza cronica. Pur studiando tantissimo, ad esempio, non riusciva a rispondere al momento delle interrogazioni. “Si chiama mutismo selettivo – spiega lo scrittore a ilfattoquotidiano.it – in situazioni di stress, il bambino o la bambina si ammutolisce. La percezione è relativa: per alcuni può bastare parlare con un insegnante. Altre circostanze sono vissute in modo più sereno, come parlare con un genitore, lì magari ci si confronta normalmente”. Di Rawan, l’autore immagina la transizione all’età adulta e la racconta pagina dopo pagina senza perdere il filo che l’ha condotta a lui: la musica. “Come altri linguaggi artistici, è un canale privilegiato – spiega Rossi – Nei contesti educativi bilingue, i bambini arrivano quando sono in Italia da pochi anni e non si esprimono ancora bene. Alcuni iniziano da zero con l’italiano. La musica appiana un po’ queste differenze, perché se c’è da suonare una melodia, canticchiare o tenere il tempo, riescono a farlo senza barriere comunicative”.

È proprio il talento musicale, unito a una grande determinazione, che riesce a creare in Rawan le condizioni per un riscatto personale. E la fa sentire a suo agio dalla musica classica al rhythm and blues. “La decisione di scrivere di questa bambina non è nata a tavolino – dice lo scrittore – incontrarla è stato solo l’input, trasporla in un libro è stata un’urgenza creativa”. Lo spunto alla caratterizzazione fisica ed emotiva del personaggio viene dalle ore passate in classe a lavorare insieme, al reale talento che da insegnante Rossi ha visto in lei. Ma il resto è un percorso romanzato frutto di fantasia. Dei due luoghi in cui è ambientato il libro, solo uno è realmente conosciuto dall’autore, nato e cresciuto a Milano. La città natale di Rawan, invece, è descritta nel dettaglio anche se Rossi non c’è mai stato. “Pur avendola immaginata – spiega – ho cercato di ricostruirla nel modo più realistico possibile. Ho studiato la mappa del Cairo, le strade principali, la rete metropolitana, ho consultato diverse guide. Ci è voluto del lavoro, ma è stato costruttivo”.

Ispirate a fatti realmente vissuti sono anche alcune delle situazioni che si presentano nel corso del libro. Da egiziana emigrata in Italia, la protagonista vive momenti di discriminazione sociale a Milano: a scuola, al mercato, tramite l’attività del padre, che gestisce un negozio nel capoluogo lombardo. Ma nel libro ci sono anche momenti di crisi nel paese d’origine, che aiutano a capire come nasce in un egiziano la necessità di lasciare tutto per venire in Europa. Un tema, quello dell’integrazione, sociale e scolastica, che viene affrontato con naturalezza e senza astrazioni. “Non volevo descrivere un mondo diviso tra buoni e cattivi – dice Rossi – ho cercato di sfumare bianco e nero. Ho voluto fare emergere la questione relazionale, anche mescolando i personaggi della vita di Rawan. Questo perché la questione discriminatoria non fosse prevalente ma comunque percepita come un fenomeno che esiste e a cui bisogna stare attenti”. Rawan è il romanzo d’esordio di Alberto P. Rossi. Oltre a essere un musicologo, Rossi ha lavorato per molti anni per l’agenzia di comunicazione Fleisch Agency, che gestisce artisti come Afterhours, Verdena, Marlene Kuntz, Calibro 35.

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