Lo spettacolo è cominciato quando all’arrivo mancano ancora 100 km. Perfino prima della foresta di Arenberg. Una Parigi-Roubaix pedalata a viso aperto, un faccia a faccia tra i più forti senza tattiche e fronzoli, con solo il pavé a fare da spartiacque tra vincitore e vinti: alla fine nel Velodromo è entrato braccia al cielo un dominante Mathieu Van der Poel, che a 17 km dall’arrivo sul Carrefour de l’Arbre, uno dei settori più complicati della mitica classica, ha salutato la compagnia di rivali d’eccellenza e si è involato verso il traguardo. Sfortunato Wout Van Aert, l’unico a tenere il passo dell’olandese sui ciottoli, ma costretto a fermarsi per una foratura che gli ha impedito di giocarsi la vittoria. Bravissimo Filippo Ganna, capace di restare fino alla fine nel selezionatissimo gruppo d’élite che ha monopolizzato gli ultimi 100 km. Ha chiuso sesto al traguardo, dietro a Mads Pedersen e Stefan Kung, mentre Jasper Philipsen ha chiuso secondo regolando in volata Van Aert e completando così una storica doppietta del team Alpecin-Deceuninck.

“E’ stata una corsa pazzesca per come siamo andati fin dall’inizio”, ha detto Van der Poel dopo il traguardo. Ha ragione: su 256,6 km, probabilmente sono stati noiosi giusto i primi 50. La classica fuga iniziale, poi un gruppo di contrattaccanti, infine l’azione della Jumbo Visma ancora prima di Arenberg, il tratto più duro e celebre della Roubaix che però arrivava a circa 95 km dall’arrivo. Usciti dalla foresta infernale, davanti erano già rimasti solo i migliori. Una selezione naturale che ha reso la corsa una sfida tra i favoriti, di quelli che tutti sperano di vedere alla vigilia. Van der Poel, l’unico in superiorità numerica grazie alla presenza di Philipsen e di un altro compagno di squadra, ha provato ad attaccare in due occasioni, riducendo il gruppetto ad appena sette unità. Tra di loro anche Ganna, che ha dimostrato di saper stare spalla a spalla con i migliori anche sul pavé.

Van der Poel, già vincitore quest’anno alla Milano-Sanremo, è riuscito a salutare definitivamente la compagnia sul Carrefour de l’Arbre, anche grazie a una foratura che ha messo fuori gioco Van Aert, l’unico che sembrava in grado di tenere il suo passo. Per l’olandese si tratta del primo successo nella corsa sulle pietre. “Io non mi sono mai sentito così forte come oggi. In certi casi servono buone gambe e tanta fortuna, io oggi le ho avute tutte e due”, ha detto dopo il traguardo. “E’ stata una delle migliori giornate della mia carriera in bici. Al Carrefour de l’Arbre c’è stata la caduta di Degenkolb, poi ho dovuto chiudere il gap con Van Aert, alla fine mi sono trovato solo là davanti. E’ davvero qualcosa di incredibile, è la mia miglior stagione nelle classiche”, ha esultato Van Der Poel.

Un po’ deluso Filippo Ganna ai microfoni Rai Sport dopo il sesto posto, nonostante una prova maiuscola: “Gli ultimi chilometri non passavano mai, dal Carrefour de l’Arbre in poi è stata sofferenza“. “La squadra ha fatto un ottimo lavoro, devo solo dire grazie, i ragazzi si sono mossi tutti molto bene e mi hanno portato fino alla Foresta di Arenberg in ottime condizioni – ha aggiunto il corridore dell’Ineos Grenadiers analizzando la corsa – Poi negli ultimi chilometri mi sono mancate un po’ le gambe”. Ganna sentiva di poter puntare al podio, come dimostra il suo commento polemico su alcuni dei rilavi: “C’è un pò di rammarico, anche solo per il podio, quando trovi colleghi che non collaborano perché dicono di avere i crampi e poi fanno la volata non è tanto bello…”. Il riferimento è probabilmente a Pedersen e Kung, rimasti in compagnia del piemontese negli ultimi km.

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