Il progetto dalla Regione Lombardia (capofila del progetto H2iseO) prevede che i treni in sostituzione dei convogli diesel che operano attualmente sulla linea Brescia-Iseo-Edolo saranno alimentati ad idrogeno. L’drogeno verrà prodotto con il sistema (Steam Metane Reformer) che prevede l’utilizzo di gas metano. Gas metano che sarà fornito da A2A e Snam. Pertanto si tratterà di idrogeno non pulito (grigio) che verrà prodotto, con emissioni di CO2, attraverso un processo che prevede anche il consumo di acqua. Comincia così la finta decarbonizzazione della Regione Lombardia.
Inoltre la bassa efficienza energetica è dimostrata da diversi studi svolti da qualificati Consulenti indipendenti (commissionati da autorità governative tedesche e del Belgio) che sostengono che è nettamente preferibile alimentare i treni direttamente con l’elettricità piuttosto che tramite l’idrogeno. Il metodo più efficiente per i treni è la catenaria (linea aerea) che porta alla ruota del treno il 75% dell’energia trasferita, mentre il ricorso all’idrogeno porta solo il 30-25% dell’energia utilizzata alla ruota del treno.
Solo qualche giorno fa il Ministero degli Interni ha redatto uno schema di norme antincendio e di sicurezza (attualmente inesistenti) per gli impianti di produzione e stoccaggio di idrogeno. Questo schema, non ancora approvato, resterà fino al 15 maggio a disposizione per eventuali osservazioni della Commissione Ue e degli Stati membri dell’Unione Europea. In una petizione partita qualche giorno fa i cittadini e il locale circolo di Legambiente chiedono di non attivare l’impianto ad idrogeno in costruzione ad Iseo prima dell’adozione formale delle norme di sicurezza.
La sperimentazione dei treni ad idrogeno si è conclusa in tutta Europa. L’esito di tale sperimentazione ha portato le autorità a indirizzare più pragmaticamente le proprie scelte a utilizzare – a seconda dei casi – un mix di treni ibridi a batteria o a procedere con elettrificazioni (parziali o integrali) per la conversione dei treni a motere diesel e, per questa via, conseguire gli obiettivi di de-carbonizzazione. I treni già acquistati possono essere utilizzati più efficacemente su linee senza gallerie, con frequentazioni maggiori e su linee a maggiore velocità della pianura padana dalla stessa Trenord – propongono gli organizzatori della petizione.
Alti costi dei treni e per l’adattamento delle infrastrutture caratterizzano il progetto. Innanzitutto sorprendono i costi elevatissimi di 165 milioni di euro per acquisto di 14 treni a idrogeno a regime (in 2 fasi: la prima di 6 e la seconda di 8). Il costo unitario (11,7 milioni a terno) è più che il doppio di un treno di lunghezza analoga (elettrico o diesel). I nuovi treni a causa della maggiore lunghezza (circa 100 m, ma di capacità pari a quelli attuali, a causa del modulo centrale di conversione idrogeno) richiedono anche l’allungamento banchine delle stazioni e il rifacimento delle tettoie dell’Officina di Iseo per poter essere ricoverati a ospitare (+115 milioni), mentre è in costruzione un nuovo deposito nella vicina Rovato. Mentre gli impianti di produzione e deistribuzione dell’idrogeno costano 58 milioni. Il totale della spesa ammonta a 338 milioni. Con 100 milioni di euro si sarebbe potuto elettrificare la linea e, con altri 60 milioni, comprare dieci treni elettrici anch’essi non inquinanti, meno pesanti, più versatili e con consumi di energia – e quindi costi di gestione – nettamente inferiori.
Aggiornato da redazioneweb il 12/4/2023 alle ore 15