Televisione

Domenica In, le parole inaccettabili di Sandra Milo: “Denunciando una violenza non si ottiene nulla”. Mara Venier interviene

"A me gli uomini violenti fanno una pena, sono dei deboli, dei fragili", le parole dell'attrice. "Devono andare in galera, non provo pena. Pensa a quante donne sono state uccise - ha detto la conduttrice veneta - Se qualcuno picchiasse tua figlia ti farebbe pena?"

di Giuseppe Candela

Ho preso tante botte in vita mia, compreso da Ergas“, inizia così il racconto choc di Sandra Milo a “Domenica In“. L’attrice racconta le violenze subite da Milo Ergas, ex compagno e padre di sua figlia Debora, inviata de “La vita in diretta”: “Una volta, stavo girando un film al Pincio e stavo nella roulotte. Lui è entrato, in un momento di follia mi ha buttato per terra, mi ha preso a calci nella testa e mi ricordo che io pregavo: ‘Dio mio, fammi morire subito, non resisto più’“.

Il racconto della musa di Fellini si fa dettagliato nel corso della trasmissione in onda nel giorno di Pasqua: “La produzione aveva sentito tutti questi rumori e lui se n’era andato. Mi hanno preso, io ero per terra sanguinante, avevo la mascella rotta, il naso rotto, le orecchie completamente sfasciate. Mi hanno portato all’ospedale a fare le analisi al cranio perché pensavano che fosse rotto, per fortuna non è stato così. Però ho perso completamente l’uso delle orecchie. Uno è distrutto per sempre, perché me l’ha sfracellato. L’altro l’hanno ricostruito e ci sento, però con un orecchio solo“.

“Ma l’hai denunciato? Bisogna denunciare”, chiede Mara Venier, incredula e attonita. “Vabbè, è andata così. Non ho denunciato, mi vergognavo. A me gli uomini violenti fanno una pena, sono dei deboli, dei fragili“, la risposta della Milo incalzata dalla padrona di casa: “Devono andare in galera, non provo pena. Pensa a quante donne sono state uccise – ha aggiunto la conduttrice veneta – Se qualcuno picchiasse tua figlia ti farebbe pena?“.

“No, è chiaro che potrei anche ammazzarlo. Alla fine mi fa pena perché è una forma di grandissima debolezza, di grande fragilità. Non sa come reagisce e reagisce con la violenza. Noi siamo molto più forti. Non cambia nulla, non si ottiene niente. Sono migliaia di anni che l’uomo è così. Ricordati che il primo assassino della storia è stato Caino”, ha concluso Milo che ha compiuto novant’anni lo scorso 11 marzo.

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