Lavoro & Precari

La sfida della Toscana: rilanciare in chiave smart economia dei territori e stili di vita

di Marta Coccoluto

Tra le mete apripista, Santa Fiora, comune sul Monte Amiata (Grosseto) di 2.445 abitanti, borgo medievale tra i più belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club dal 2015. Nel 2020 è salito agli onori delle cronache nazionali e internazionali come primo smart working village: a distanza di pochissimi anni la banda ultralarga e l’idea iniziale che il nomadismo digitale e il lavoro da remoto potessero essere la leva per una rinascita economica e sociale ne hanno cambiato il destino, che sembrava segnato da spopolamento e innalzamento dell’età media.

Oggi nel borgo sono in via di completamento i lavori di realizzazione di un grande hub ideato per attrarre nomadi digitali e aziende innovative, che grazie ai fondi Pnrr sul bando Attrattività dei Borghi è destinato ad ampliarsi fino a ospitare circa 100 remote worker, mettendo a disposizione spazi dedicati, aree coworking, formazione, incontro e socializzazione. Un vero e proprio incubatore di impresa che rigenera spazi già esistenti e accelera sul processo di rilancio economico e sociale del borgo.

La rigenerazione del paesaggio agricolo, il recupero di un borgo antico abbandonato, la rivitalizzazione di persone e comunità attivando connessioni tra territorio, natura e professionisti che lavorano da remoto è alla base del progetto Tertulia, coliving e coworking in Toscana, immerso nelle foreste del Mugello. Qui si stanno sperimentando forme di innovazione sociale per riabitare luoghi ricchi di natura e tradizioni, che soffrono di spopolamento, con opportunità e servizi per i professionisti che lavorano da remoto, creando connessioni con il territorio circostante, partecipando alla vita sociale del luogo e diventando parte di progetti e iniziative locali.

È una diversa idea di comunità che l’Associazione “Farfalle in Cammino” sta sperimentando a Pontremoli, piccolo comune della Lunigiana, con il progetto Start Working, rivolto ai nomadi digitali che desiderano lavorare in luoghi dove la qualità della vita è più alta e il suo costo è più basso. Gli ideatori accompagnano il lavoratore da remoto che ha scelto Pontremoli in un vero percorso d’inclusione all’interno di un ecosistema cittadino che crede fortemente in questa nuova economia generata dai professionisti che lavorano da remoto.

Natura, paesaggio, enogastronomia, arte, vita slow: la Toscana ha tutte le caratteristiche per diventare una regione attrattiva, accogliente e ospitale per lavoratori da remoto e nomadi digitali sia italiani che stranieri. Un obiettivo a cui mira Tuscany for Digital Nomads, il percorso partecipato di co-progettazione, unico nel panorama nazionale, presentato lo scorso febbraio dall’Associazione Italiana Nomadi Digitali e rivolto a esperti ed operatori del settore turistico interessati ad arricchire e diversificare la propria offerta inserendosi in questo mercato in così forte crescita.

Borghi e anche città. Boundless Life sbarca a Pistoia, città detta “di pietra incantata” e “dalle larghe strade e dalle belle chiese”, con un’idea semplice quanto innovativa: offrire alle persone luoghi molto belli dove lavorare, con connessione e comodità, potendo portare con sé la famiglia e trovando per i propri bambini fino ai 12 anni una valida esperienza di studio e di crescita.

I Nomadi Digitali sono infatti una macro-categoria molto ampia, che include target diversi: tra questi, le famiglie con bambini. Il progetto pistoiese è infatti rivolto in particolare a famiglie con bambini in età scolare che hanno scelto di vivere e lavorare da remoto. I soggiorni possono durare da tre a nove mesi, oppure coincidere con le vacanze, per sei settimane. In pieno centro storico, Boundless mette a disposizione case arredate, servizi per il lavoro da remoto, spazi di coworking e centro didattico, tutto raggiungibile a piedi su distanze minime, offrendo non solo servizi ma uno stile di vita e di lavoro che riduce stress e pendolarismo, che stimola i legami interpersonali così come l’economia locale. A giorni arriveranno in città 13 famiglie, circa 50 persone, provenienti da Stati Uniti, Messico, Canada, Israele. A beneficiarne nell’immediato il mercato immobiliare, ma il ritorno economico atteso è più ampio.

La sfida lanciata dalla Toscana è sviluppare un ecosistema di servizi tecnologici, fisici e umani tra professionisti, imprese, personale, istituzioni e attori del terzo settore, per rilanciare in chiave smart economia dei territori e stili di vita.