L’Eliseo interviene a 24 ore dalle dichiarazioni del presidente Emmanuel Macron che di ritorno dalla Cina, dove ha incontrato il suo omologo Xi Jinping, aveva dichiarato che “gli europei non devono essere vassalli degli Usa“. E lo fa cercando di ridimensionare le parole nette del capo dello Stato che di certo non avranno fatto piacere né a Washington né A Bruxelles, dove invece le posizioni di Ursula von der Leyen rimangono saldamente legate a quelle della Casa Bianca. Macron, dicono fonti della Presidenza, “ha spesso detto che la Francia non è equidistante da Stati Uniti e la Cina. Gli Usa sono i nostri alleati, condividiamo valori comuni”.
Le stesse fonti hanno poi tentato di spiegare il perché di un’uscita tanto decisa da parte del presidente che, nella sua visita, ha discusso a lungo del ruolo dell’Europa rispetto al dossier che per la Repubblica Popolare rimane il più delicato e sul quale gli Stati Uniti continuano a mettere pressione: Taiwan. “La Cina è al tempo stesso un partner, un concorrente e un rivale sistemico”, ma con essa “desideriamo costruire un’agenda comune per ridurre le tensioni e trattare le grandi questioni globali e internazionali”.
Rimane però un punto che ha caratterizzato tutto il mandato del presidente francese, più volte esplicitato anche prima dell’invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin: la necessità di una maggiore autonomia strategica dell’Europa. “Gli europei – proseguono le fonti – hanno i propri interessi e li promuovono in totale trasparenza e lealtà con i loro alleati e partner internazionali. Un’Europa sovrana è necessaria agli equilibri del mondo, che si tratti di commercio, di promozione dei nostri valori, di rispetto del diritto, di sviluppo e di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. L’Europa deve poter far sentire la propria voce indipendente“.
In questo processo di autodeterminazione è necessario che i Paesi europei allaccino propri rapporti con le grandi potenze mondiali, in parte staccati da quelle che sono le loro alleanze naturali col cosiddetto blocco occidentale. Si tratta, spiegano le fonti, di “creare nuove opportunità di cooperazione per evitare lo scontro tra blocchi e promuovere un multilateralismo efficace, in un quadro comune a tutti coloro che vogliono agire. Questo è il miglior modo di coinvolgere la Cina ed evitare la frammentazione del mondo”. E in merito al ‘tema caldo’ dell’Indo-pacifico aggiungono: “Serve mantenere un Indo-pacifico aperto, fondato sul rispetto delle regole internazionali dinanzi alle sfide globali. Macron e Biden sono d’accordo su questo obiettivo. Ne hanno parlato prima della missione del presidente francese a Pechino”. Per l’Eliseo, “tutelare la stabilità dell’ordine internazionale” significa anche “prevenire l’implicazione della Cina nella guerra in Ucraina e associarla agli sforzi di negoziato per una soluzione duratura”. Il che equivale anche a scongiurare “l’aumento dei rischi nello Stretto di Taiwan. Anche di questo Macron ha parlato con Biden e ha chiaramente detto al presidente Xi Jinping che la questione di Taiwan va trattata con il dialogo”.