“Non è vero che Gisella Cardia è scappata, non è all’estero ma si trova in Italia. Quelle che stanno uscendo contro di lei sono accuse infondate, rispetto alle quali valuteremo di agire per vie legali”. A dirlo, a Fanpage, è Anna Orlando, l’avvocata di Gisella Cardia, la sedicente veggente di Trevignano Romano salita alla ribalta nelle ultime settimane per le presunte lacrimazioni miracolose di una sua statua della Madonna. Nelle ultime ore, infatti, i sospetti sul suo conto sono aumentati dopo che sul suo sito è apparso l’annuncio che “gli incontri sono momentaneamente sospesi con data da destinarsi” e che alcuni testimoni hanno riferito di averla vista uscire di casa con un trolley. Il sospetto di molti è che la presunta veggente abbia lasciato la località laziale per andare all’estero, dopo che alcuni seguaci hanno iniziato a parlare delle ingenti donazioni fatte alla sua Onlus e di raggiri.
La vicenda che vede protagonista Gisella Cardia, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, è da qualche giorno all’attenzione anche della Procura di Civitavecchia mentre è già in corso una indagine dalla diocesi competente, quella di Civita Castellana. “Benché mai può essere vero che abbia prelevato soldi dai conti della onlus. Vive asserragliata per paura di aggressioni non solo verbali da parte di terzi”, sostiene Orlando a Fanpage. “Gisella Cardia prima di Pasqua come del resto gli anni scorsi è stata male, relativamente alle sofferenze che patisce in concomitanza delle festività. Il periodo che precede la Pasqua è sempre stato per lei di sofferenza fisica, quest’anno gravato particolarmente da tutta una serie di attacchi mediatici che sta ricevendo su più fronti, molti dei quali privi di fondamento. Questo scavare nel privato delle persone, il sensazionalismo a tutti i costi, a mio avviso non è informazione. Se ha questa necessità di stare da sola e in preghiera la rispetto”.
Per guardo riguarda le donazioni – in alcuni casi anche ingenti – fatte dai fedeli a Gisella Cardia, la legale spiega che a chi si recava dalla donna per un appuntamento privato “non ha mai chiesto soldi”, anzi “lei ci teneva a specificare che dovevano essere loro per primi a pregare per le loro cause e che non avrebbero dovuto delegare altri”, per questo non ha “mai fatto promesse a nessuno. Chi ha fatto donazioni è stata un’azione volontaria e in nessun caso sono arrivate in cambio di promesse di preghiere o guarigioni”. Intanto, se verrà confermato infatti che la sedicente veggente è andata all’estero e che non sarà presente a futuri incontri mistici (finora ha dato appuntamento ogni 3 del mese), l’oggetto della indagine diocesana di fatto decade da solo. Diverso è invece il discorso degli accertamenti in procura dopo l’esposto ai carabinieri di Trevignano consegnato da un investigatore privato. Sul sito dell’associazione costituita l’anno scorso dalla presunta veggente (mentre i fenomeni delle presunte apparizioni vanno avanti dal 2016) permangono tutte le indicazioni per fare donazioni.