Anche a Padova l’iscrizione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali finisce alla valutazione del tribunale. Gli atti riguardano 32 bambini, tutti figli di coppie di mamme, i cui dati sono stati trascritti dall’inizio del primo mandato del sindaco Sergio Giordani. L’acquisizione dei documenti è avvenuta per decisione della Procura della Repubblica. In linea teorica il tribunale potrebbe arrivare a deciderne la nullità. Il sindaco Giordani ribadisce di aver “agito nell’esclusivo interesse delle bambine, dei bambini e dei loro diritti fondamentali“. Il primo cittadino, sostenuto da una maggioranza di centrosinistra, spiega che è un suo “dovere” quanto fatto finora. “I bambini e le bambine vengono prima di tutte le discussioni – sottolinea – Evitare per loro discriminazioni molto gravi è un obiettivo che supera i vuoti normativi e che persegue i valori costituzionali”. Giordani è tra i sindaci che hanno continuato a trascrivere nei registri anagrafici i figli di coppie omogenitoriali e si sono detti – una decina di giorni fa – “pronti a disobbedire sulle trascrizioni”. Anche a Milano era intervenuta la Procura che – dopo una pronuncia della Cassazione – aveva deciso di impugnare 4 iscrizioni.
E’ unito il fronte degli amministratori di centrosinistra, ma ci sono posizioni analoghe anche da colleghi del centrodestra: ne è un esempio il primo cittadino di Treviso, il leghista Mario Conte). “Con moltissimi sindaci di vari schieramenti – ricorda lo stesso sindaco Giordani – chiediamo alla politica e al Parlamento di agire con urgenza, oltre ogni ideologia. Ho massimo rispetto del lavoro della Procura, che agisce nelle sue funzioni, alla quale abbiamo sempre inviato gli atti delle iscrizioni dal 2017 ad oggi. La domanda semmai è: per quanto tempo il Parlamento eviterà di legiferare su un tema così delicato che nella società è notoriamente presente e che la attraversa nel concreto da molti anni?”. “Girarsi dall’altra parte – conclude Giordani – significa evitare di vedere la realtà, magari accettando il fatto che bambine e bambini cresciuti per anni con due genitori si vedano togliere a causa di leggi contraddittorie e vuoti normativi questo fondamentale e intimo aspetto della loro stessa esistenza, con tutti i traumi e le discriminazioni connesse a questa eventualità”.
Già un mese fa la prefettura di Padova aveva informato la Procura delle procedure seguite dal Comune per iscrivere all’anagrafe i bambini di coppie gay, riferite solo ai figli di due mamme, delle quali una madre biologica. Ciò era avvenuto dopo l’incontro su queste tematiche tra il prefetto Raffaele Grassi e il sindaco Giordani, il 22 marzo. L’ufficio di governo non ha commentato la richiesta degli atti avanzata oggi dalla Procura, limitandosi a ricordare la posizione espressa allora, quando il Prefetto annunciò che avrebbe “informato a sua volta l’Autorità giudiziaria, affinché potesse valutare l’eventuale esercizio, in sede civile, dell’azione di rettifica degli atti così formati”.
A intervenire ora è anche Alessandro Zan parlamentare (padovano) che ha la delega ai diritti nella nuova segreteria del Pd nominata da Elly Schlein. Zan si augura che le trascrizioni “non vengano impugnate perché un bambino così rischierebbe di perdere una madre che non verrebbe più riconosciuta tale e si tratterebbe di una crudeltà contro il supremo interesse del minore”. “Torno a ribadire l’urgenza di una legge – continua Zan – ci sono famiglie consolidate con figli che oggi rischiano di perdere uno dei due genitori. Ringrazio il sindaco di Padova Giordani e tutti i sindaci che stanno continuando con le trascrizioni nel prioritario interesse dei bambini. Lo Stato deve tutte le famiglie e non accanirsi sui diritti dei bambini per colpire i genitori”.